Caso Cucchi, al processo i carabinieri accusano: “I vertici ci chiesero di modificare le note sul suo stato di salute”
“Mi chiesero di cambiarla, non ricordo per certo chi è stato ma posso dire che si è trattato di un ordine gerarchico”. Le note sullo stato di salute di Stefano Cucchi nelle ore successive al suo arresto “sono state modificate”, e almeno una su esplicita direttiva di alcuni superiori dei carabinieri. È emerso oggi in aula, durante il processo che vede imputati cinque carabinieri, tre dei quali con l’accusa di omicidio preterintenzionale, dalle testimonianze di due militari dell’Arma, Francesco Di Sano e Gialuca Colicchio, che ebbero in custodia Cucchi alla caserma di Tor Sapienza, la notte del suo arresto, nell’ottobre del 2009 e il mattino dopo, fino al trasferimento del ragazzo in tribunale per l’udienza di convalida.
Nel report Colicchio, come ha ricordato in aula, aveva scritto che Cucchi “dichiarava di avere forti dolori al capo, giramenti di testa, tremore e di soffrire di epilessia”, ma non ha riconosciuto come sua l’annotazione (che riportava la stessa data e lo stesso numero di protocollo) nella quale è scritto che il ragazzo “dichiara di soffrire di epilessia, manifestando uno stato di malessere generale verosimilmente attribuito al suo stato di tossicodipendenza e lamentandosi del freddo e della scomodità della branda in acciaio”. Il militare ha detto di ricordare “di avere fatto una sola relazione; la seconda è strana perché porta la mia firma, ma io non la ricordo. Nella seconda ci sono dei termini che io non uso, non la riconosco”.
Ancora più anomale sono le due annotazioni di servizio a firma del carabiniere Di Sano. Nella prima, il militare scrive che Cucchi “riferiva di avere dolori al costato e tremore dovuto al freddo e di non potere camminare”; nella seconda annota che il ragazzo dichiara di “essere dolorante alle ossa sia per la temperatura freddo-umida che per la rigidità della tavola da letto”. Questa seconda dichiarazione però, ha detto Di Sano in aula oggi, “la modificai, mi chiesero di farlo perché la prima era troppo dettagliata. Non ricordo per certo chi è stato; certo il nostro primo rapporto è con il Comandante della Stazione, ma posso dire che si è trattato di un ordine gerarchico”.
Altri cinque testimoni sono stati ascoltati nel resto dell’udienza, l’ultimo dei quali è stato l’avvocato Giorgio Rocca che partecipò come difensore d’ufficio di Cucchi all’udienza di convalida dell’arresto: “Ricordo che lui aveva un atteggiamento ostile nei confronti dei carabinieri perché riteneva di essere stato arrestato ingiustamente. Prima dell’udienza ebbe battibecchi continui con loro, non era calmo. Mi disse che non l’avevano maltrattato, ma che lui era fatto così”.
REP.IT