Fondazioni, Cda e società: le attività private dei ministri

Nuovi ministri e vecchi conflitti d’interessi. Il governo giallo-verde ha già mostrato più d’un tallone d’Achille.

Uno di questi è il famigerato conflitto d’interessi, argomento che i Cinquestelle hanno sempre sfruttato come arma polemica nei confronti dei loro avversari. Ma anche l’esecutivo di Luigi Di Maio e Matteo Salvini dovrà gestire questa grana nonostante sia quello che nella storia della Repubblica presenta la più alta percentuale di membri al primo incarico in consiglio dei ministri: 89,5 per cento (come registra l’osservatorio politico Openpolis).

Proprio sul conflitto di interessi è già scivolato il premier Giuseppe Conte quando, durante il suo discorso alla Camera, ha detto che «ciascuno ha il suo conflitto», affermando in sostanza null’altro che la verità. Infatti sul primo passo di Conte in ambito finanziario grava l’ombra del conflitto di interessi, come spiegato nell’articolo di Maddalena Camera.

Non solo. Il premier è pure consigliere nel Cda della GHMS Venezia Spa, che tra l’altro possiede il Molino Stucky. Lussuoso hotel veneziano acquistato dall’imprenditore salentino, Leonardo Marseglia con l’assistenza legale dell’avvocato Conte. Il premier ricopre anche l’incarico di consigliere di sorveglianza della Peninsulare compagnia di assicurazioni. Entrambe queste partecipazioni non erano citate nell’oramai tristemente famoso curriculum.

Il Pd ha promesso opposizione senza sconti e ha già depositato una legge sul conflitto di interessi con l’intento di colpire i rapporti tra la società di Davide Casaleggio e i rappresentanti politici grillini iscritti alla piattaforma Rousseau. «Il conflitto d’ interessi che investe il Governo Conte deve essere affrontato immediatamente», dice il dem Camelo Miceli, che punta il dito contro le iniziative della Casaleggio Associati. Tra queste la presentazione rapporto E-commerce in Italia 2018 al quale partecipano «partner come Poste Italiane e Mashfrog, sponsor come Sap Hybris, Webperformance e Nexi». Miceli si chiede «come si comporteranno i pentastellati del governo quando ci sarà da fare scelte che potranno portare un vantaggio economico per questi colossi e Casaleggio». Non solo. Nel mirino di Miceli finisce pure il vicepremier e ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico, Di Maio, che punta a favorire la diffusione delle auto ibride ed elettriche con incentivi alla rottamazione. Miceli però ricorda che il neoministro durante la campagna elettorale regionale siciliana, non solo ha «usufruito a titolo gratuito di autovetture elettriche della nota casa giapponese Nissan» ma si è addirittura comportato «da perfetto testimonial pubblicitario dell’auto elettrica». Miceli si chiede «se Di Maio si asterrà quando il governo dovrà deliberare finanziamenti che incentivino l’acquisto di auto elettriche». In attesa di una eventuale nuova legge anche le norme attuali pongono seri problemi per molti rappresentanti del governo. Toccherà all’Antitrust valutare eventuali incompatibilità.

Ma chi corre rischi oltre lo stesso Conte? Sempre Openpolis ricorda che il ministro della Cultura, Alberto Bonisoli ha interessi in 3 società: la Most Consult Srl, dove è presidente e pure proprietario al 75 per cento; la Most S.A.S di Lucia Veleva, socio e Nuova Accademia SrL, consigliere. Poi c’è Giulia Bongiorno: il ministro per la Pubblica Amministrazione tra l’altro è nel cda della Juventus calcio. Elisabetta Trenta, ministro della Difesa è nel comitato direttivo del Consortium for research on intelligence and security service. Ci sono poi tre ministri che hanno incarichi in fondazioni politiche e think tank. Il titolare della Farnesina, Enzo Moavero Milanesi, e quello degli Affari Europei, Paolo Savona sono membri del comitato esecutivo dell’Aspen Institute Italia. Ma Savona fa parte anche della Fondazione Iustus di Giulio Tremonti insieme al ministro dell’Economia, Giovanni Tria, che è pure nella FondazioneUniversitaria Ceis-economia Tor Vergata.

IL GIORNALE

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