Il condono nella manovra solo per debiti impossibili
Una pace fiscale che punterà sui creditori del fisco considerati inesigibili. Misure chiave del contratto di governo graduali e spazi di spesa sempre più risicati.
La chiusura domenicale imposta al commercio è sembrata a molti un modo per distogliere l’attenzione dalla legge di Bilancio. L’exploit di Borsa e il calo dello spread, la conferma che secondo i mercati ha vinto la linea Tria: scelte di finanza pubblica prudenti, rispetto degli impegni sui conti a scapito del contratto di governo siglato da M5s e Lega.
A tracciare il solco è stato il ministro dell’Economia nel fine settimana. A Cernobbio Giovanni Tria ha spiegato che tutto sarà fatto «gradualmente» e con la legge di Bilancio si deciderà su quali misure «mettere l’accento». Chiarissimo il messaggio: alcune misure saranno realizzate in versione quasi integrale. Altre solo accennate e rinviate.
A differenza dei precedenti, questa volta dalla maggioranza sono arrivate reazioni timide. Solo il vicepremier Luigi Di Maio ha provato a resistere e ha parlato di «tre punti fondamentali» da «portare avanti insieme»: pensioni, flat tax e reddito di cittadinanza. «Devo riconoscere che loro (la Lega, ndr) mi hanno spiegato che la flat tax non favorisce i ricchi e ci siamo capiti. Io ho spiegato che il reddito di cittadinanza non va a chi sta sul divano. Terremo i conti in ordine e faremo una legge di bilancio coraggiosa». È una «priorità» anche l’aumento delle pensioni minime sotto i 780 euro e il superamento della legge Fornero. «Lavoriamo a quota 100 tenendo ben presente chi ha maturato anzianità contributiva di 41 anni».
Proprio sulle pensioni ieri l’esperto vicino a Matteo Salvini ha spiegato che quota 100 è un obiettivo possibile, ma «con almeno 64 anni di età e 36 di contributi e con flessibilità, e sconti sugli anni di uscita dal lavoro per le categorie dei lavoratori precoci e delle donne con figli». Nonostante l’interesse di Di Maio è definitivamente tramontata la pensione per chi ha lavorato 41 anni a prescindere dall’età.
Per il leader pentastellato la legge di Bilancio terrà insieme tutte le misure chiave del contratto di governo, anche perché su questo campo il M5S corre rischi maggiori rispetto alla Lega.
Ieri Salvini ha infatti confermato la linea prudente: «Non voglio sbagliare in questa manovra economica, voglio dare un segnale chiaro come abbiamo fatto sull’immigrazione: volere è potere».
Il cavallo di battaglia della Lega resta il fisco. La flat tax in senso proprio nelle intenzioni del governo dovrebbe vedere la luce tra tre anni, con una aliquota unica al 15%. La riduzione di almeno una delle aliquote centrali del sistema in vigore si è rivelata meno facile del previsto. Possibile un mini taglio alla prima aliquota. Ma lo scenario più probabile resta un rinvio di tutte le misure sull’Irpef. Resterebbe in campo il sistema a due aliquote per le partite Iva: al 15% sui redditi fino a 65 mila euro e il 20% fino a 100 mila.
Il capitolo fiscale della manovra insieme a quello sulla previdenza, sta creando problemi politici.
Sulla pace fiscale sta prevalendo la linea del M5S che vuole limitare il condono ai soli crediti fiscali difficilmente esigibili. Sono 750 miliardi di euro che l’Agenzia delle entrate non riesce a incassare perché il contribuente non è in grado di pagare il debito. L’Idea è di permettere il saldo con una aliquota ultra agevolata, che parte dal 6%. Anche la pace fiscale è terreno di scontro. La ministra del Sud Barbara Lezzi ieri si è scagliata contro «ogni tipo di condono a favore di evasori milionari», quindi no all’aliquota del 10% per gli evasori milionari.
Si sta infine aprendo un capitolo casa. Ieri il presidente di Confedilizia Giorgio Spaziani Testa, ha incontrato il sottosegretario all’Economia Alessio Mattia Villarosa. Tra le richieste dei proprietari c’è la cedolare secca per gli immobili commerciali. Un altro sottosegretario dello stesso dicastero, Massimo Bitonci, ha assicurato che il governo ci sta lavorando.
IL GIORNALE