Real Madrid-Roma 3-0: i Blancos sono di un altro livello
dal nostro inviato FRANCESCO SAVERIO INTORCIA
MADRID – Quando una squadra con un arsenale incontra una con la cerbottana, la squadra con la cerbottana ha un destino segnato. Il Real è ancora una truppa di marziani, pure senza CR7, e in Champions gioca con la sicurezza di chi fa due tiri in giardino. La Roma invece è sempre un cantiere, un rebus da risolvere: ha fatto la sua partita, onesta eppure assai mediocre, ha accarezzato per quasi un tempo la possibilità di portare a casa un punto di oro zecchino, si è arresa sotto i colpi di classe di Isco, Bale e persino Mariano, il nuovo numero 7 che scalda i cuori del Bernabeu e segna con un destro a giro nella notte in cui Cristiano si fa cacciare fuori per la prima volta in Europa a Valencia.
Il telegramma che arriva da Madrid è di facile lettura: la Roma che eliminò il Barca è lontana parente di questa, mentre il Real di Lopetegui e senza Ronaldo non è poi così spiacevole, anzi, è ancora un circolo di fenomeni. In fondo, con altri leader e un altro allenatore, resta sempre la squadra che da tre anni domina la coppa, quella con Casemiro che detta i tempi e Modric che illumina, quella con Benzema che signoreggia in area per godere delle incursioni di Bale e Isco. Di Francesco invece ha fatto debuttare dal primo minuto Zaniolo, classe 1999, che senza aver ancora giocato in A vanta già una chiamata da Mancini e adesso una presenza al Bernabeu, ed è stato preferito a Pellegrini e Cristante.
La Roma ha avuto scarse pretese, adeguate però al suo potenziale: ha provato a essere accorta, a non sfilacciarsi, a non uscire mai dalla partita, sperando nella buona stella di Olsen, il migliore, e nella cattiva vena dei blancos. Il piano, rinunciatario ma realistico, ha funzionato per quasi un tempo, per i salvataggi del portiere svedese su Isco, due volte, e Ramos, e per l’imprecisione di Bale. Quasi allo scadere, però, Isco si è incuneato al limite, ha costretto De Rossi a spendere un giallo, poi ha trasformato in modo implacabile la punizione, dalla stessa posizione con cui silurò Buffon e l’Italia un anno fa. E ha privato la Roma di uno 0-0 incoraggiante all’intervallo.
Non potendo colmare il divario, la squadra giallorossa ha cercato solo di limitare i danni. Ma non si può fermare lo strapotere di Modric, il candidato al prossimo Pallone d’oro. Non si può star dietro alle folate di Bale (traversa, poi gol in contropiede per il 2-0) e alle giocate di Isco, irrefrenabile. L’occasione migliore dei giallorossi, sui piedi di Ünder a inizio ripresa, poteva valere il momentaneo 1-1: Keylor Navas è volato a dire di no. Uno così, che ha vinto tre Champions, deve alternarsi con Courtois, per capire il valore di una panchina da dove si sono alzati poi Asensio, capace di sfiorare un gol fantastico, e Mariano, il nuovo numero 7, autore del 3-0 e già nuovo idolo. La Roma, con Pellegrini al posto di Zaniolo, Perotti per El Shaarawy e alla fine Schick a sostegno di Dzeko, non ha cambiato marcia, e neppure poteva. Almeno Olsen è stato strepitoso e ha risparmiato un’altra imbarcata. Nella notte buia, l’unica buona notizia.
REP.IT