Manovra, Tria rassicura il Parlamento: “Misure graduali e nel rispetto dei conti”
MILANO – Mentre il vicepremier Luigi Di Maio dalla Cina rilancia le promesse del governo ricordando che non è un tabù far salire il deficit anche oltre la soglia del 2 per cento del Pil, il titolare delle Finanze, Giovanni Tria, in Parlamento tiene la barra dritta: conferma sì la linea di apertura alle misure su pensioni e reddito di cittadinanza, ma nel rispetto degli equilibri di bilancio cari all’Europa. Per lui l’argine di sicurezza si situa all’1,6% di rapporto tra deficit e Prodotto. D’altra parte, anche dall’Ocse sono arrivati in mattinata inviti espliciti a non uscire dai binari dell’equilibrio, contro i quali si è scagliato lo stesso Di Maio.
“Si conferma che l’obiettivo del governo è quello di assicurare la graduale realizzazione degli interventi di politica economica” contenuti “nel contratto di governo, compatibilmente con le esigenze di mantenere l’equilibrio dei saldi strutturali di finanza pubblica”, ha rimarcato Tria rispondendo al Question Time in Senato in vista della scrittura dell’aggiornamento del Def e della Legge di Bilancio.
l ministro ha fatto presente che “in sede di predisposizione della Nota di aggiornamento al Def (il documento che aggiorna le previsioni sull’economia e incardina le misure che verranno prese con la Manovra, ndr) che sarà presentata al Parlamento a breve, e comunque entro la fine di settembre” si “provvederà a definire il quadro delle diverse misure volte ad assicurare l’attuazione del contratto di governo che troveranno concreta attuazione” nella legge di Bilancio.
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Sulla questione dell’ipotesi di far salire l’Iva selettivamente, per reperire risorse utili alla realizzazione del contratto, Tria si è limitato a rispondere che “rispetteremo le risoluzioni del Parlamento” che prima dell’estate impegnavano il governo a sterilizzare gli aumenti. Che la possibilità sia comunque in gioco è confermato dalle parole del viceministro in quota Lega Massimo Garavaglia, che l’ha definita “una ipotesi sul tavolo, seppure non in via ufficiale”.
Sulle misure forti per il M5s – le pensioni e il reddito di cittadinanza da 780 euro – Tria ha spiegato che sono “in corso da tempo approfondimenti tecnici tra le amministrazioni coinvolte sia per la configurazione delle diverse misure sia per la definizione della platea dei beneficiari in linea con le indicazioni del contratto di governo”. Nel dettaglio del reddito, ha risposto a una interrogazione di Fdi spiegando che la proposta originaria presentata in Parlamento nella scorsa legislatura dal M5s prevede che il sostegno vada anche agli stranieri: quella proposta era destinata “anche a residenti di paesi dell’Unione europea sul territorio nazionale e di paesi terzi purchè i rispettivi paesi di origine avessero sottoscritto intese bilaterali di sicurezza sociale con l’Italia”.
Quanto invece alla ‘pace fiscale’ voluta dalla Lega ha cercato di smorzare le polemiche: “Parlare di pace fiscale non significa varare un nuovo condono”, ma piuttosto significa “fisco amico” e “incremento della tax compliance”, con “iniziative di aiuto ai cittadini in difficoltà”. Ha definito “impossibili” allo stato attuale le stime di gettito dalla misura.
Il pressing sul Tesoro è ormai costante e non è un caso che Di Maio da una parte abbia ribadito che “questo è un governo compatto”, ma sia d’altra parte tornato a ventilare lo spettro di una caduta dell’esecutivo in caso di impossibilità di realizzare almeno in parte le promesse del contratto: “Un governo serio trova le risorse, perché sennò è meglio tornare a casa, è inutile tirare a campare”.
Degli equilibri di Bilancio ha parlato anche il premier Giuseppe Conte, dopo il vertice informale Ue a Salisburgo: sul 2% “ho tirato fuori un numero per dire ‘non impicchiamoci adesso ai decimali’. Anche oggi in riunione ho avuto un contatto costante con il ministro Tria: siamo in piena fase di elaborazione della Manovra e dei suoi dettagli, in questo momento non ha senso tirare fuori un numero, non voglio parlare di decimali”. In ogni caso, per Conte “il numero della manovra dovrà dare anche il segno che stiamo tenendo i conti in ordine”. Oltre al tema dei migranti, Conte ha anche affrontato la questione della Consob, dopo le dimissioni di Nava richieste da Lega e M5s: “Non abbiamo ancora prefigurato quale può essere il nuovo presidente Consob, ci stiamo lavorando, confidiamo di averlo in tempi brevi e arriveremo quanto prima ad una soluzione”.
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