Salvini avverte (ancora) Tria: “Il deficit non è un problema”
Matteo Salvini avvisa ancora una volta il ministro dell’Economia, Giovanni Tria.
Il leader della Lega manda un messaggio chiaro in vista della legge di bilancio: “Il deficit non è un problema”. Non usa giri di parole e in queste ore calde per il Tesoro alle prese con gli attacchi di Casalino, le parole di Salvini di fatto riportano via XX Settembre nuovamente sulla strada della ricerca delle coperture per finanziare la manovra.
“La legge di bilancio? Una cosa è importante: che sia coraggiosa. Se lo sarà, e lo sarà, gli zero virgola di deficit in più non conteranno niente”. Poi marca la differenza tra questo governo e le manovre di quelli precedenti: “Non possiamo mai dimenticarci un numero: le manovre soffocanti hanno aumentato il debito di 250 miliardi in cinque anni. Ormai è chiaro: se il paese non cresce, il debito aumenta. Se cresce, il debito si riduce.
Se fossi in Tria, chiederei a Salvini e Di Maio di fare spese intelligenti”, spiega in un’intervista al Corriere. Inevitabile un commento sulle esternazioni choc di Casalino: “Credo sia stato incauto. Ma nessuno minaccia nessuno. Quello che vogliamo dire, noi lo diciamo con il sorriso”. Infine annuncia tagli alla Sanità anche contro il parere di Di Maio: “Lui dice la “sanità non si tocca”, ma gli sprechi si devono toccare e i costi standard saranno importanti sotto questo punto di vista. Mi accusano di sprecare sulle pensioni, ma lei lo sa che noi paghiamo un miliardo all’anno di pensioni sociali sui ricongiungimenti famigliari? Persone che arrivano senza aver mai pagato un euro di tasse e si prendono la pensione? E con il dl del ministro Bongiorno ci sono amplissimi margini di recupero di risorse e produttività anche nella pubblica amministrazione”.
IL GIORNALE
This entry was posted on domenica, Settembre 23rd, 2018 at 07:22 and is filed under Politica. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0 feed. You can skip to the end and leave a response. Pinging is currently not allowed.