L’Fmi: “Italia a rischio, il governo stia dentro le regole Ue”. Tria: “Serve un confronto costruttivo e abbassare i toni con Ue”

nicola lillo
roma

«Ora serve un confronto costruttivo. Vorrei dichiarare il mio accordo con quanto detto dal presidente della Camera, circa la necessità di abbassare i toni» con l’Europa. Il ministro dell’Economia Giovanni Tria arriva in commissione Bilancio per l’audizione sulla Nota di aggiornamento al Def, il documento che prevede un deficit al 2,4% e stime di crescita del Pil che analisti indipendenti considerano a dir poco ottimistiche. E mentre parla, difendendo la prima manovra del governo Lega-Cinque Stelle, lo spread tra i titoli di Stato italiani e tedeschi sfonda quota 310 punti. «L’impegno è far scendere lo spread, non lo consideriamo giustificato rispetto ai fondamentali italiani», assicura.

Le previsioni

Intanto nella notte il Fondo monetario internazionale ha rivisto le stime al ribasso rispetto ad aprile: il Pil salirà dell’1,2% nel 2018 e dell’1,0% nel 2019, dopo il +1,5% del 2017. Le previsioni risultano invariate rispetto all’aggiornamento di luglio ma se confrontate con il rapporto di aprile, emerge una sforbiciata di 0,3 punti percentuali per quest’anno e di 0,1 punti per il prossimo.

 

Fornero e Jobs Act da preservare

Tornando al documento del Fmi, ci sono riforme che per l’Fmi rischiano di danneggiare l’Italia, al centro pensioni e il lavoro, l’appello è, infatti quello di non abrogare la riforma Fornero né il Jobs Act. Buone notizie, invece, sul fronte della disoccupazione attesa in calo dall’11,3% del 2017 al 10,8% di quest’anno in Italia, mentre per il 2019 la stima è al 10,5%.

 

L’ottimismo del titolare del Mef

Il titolare del Mef è però ben più ottimista e considera le cifre sulla crescita messe nero su bianco nella Nadef ancora prudenti, come ha detto anche il ministro Paolo Savona. Per Tria infatti «sono stime ispirate ad un approccio prudenziale. Sono ipotesi caute, se non addirittura pessimistiche». Secondo il ministro occorre «spostare l’obiettivo dal numeratore al denominatore del rapporto», dando quindi più attenzione alla crescita (rispetto al debito considerato comunque in discesa), che nella nota di aggiornamento al Def è stimata al +1,5% per il prossimo anno, 1,6 per il 2020 e 1,4 nel 2021, grazie alle misure che verranno inserite nella legge di Bilancio. Numeri criticati dalle opposizioni e considerati anche dalla Banca d’Italia «elevati».

 

 

I punti più importante del Def

Nel corso dell’audizione il ministro ha letto la sua relazione, riassumendo i punti più importanti della nota di aggiornamento al Def, ricevendo al termine un applauso da deputati e senatori: «Non è vietato, ma non è normale che si applauda un ministro in Commissione», attacca l’ex presidente della Bilancio, Francesco Boccia. Nelle oltre due ore e mezza di incontro, Tria si sofferma soprattutto sui due punti più importanti per Lega e Cinque Stelle, il reddito di cittadinanza e il superamento della legge Fornero. «Il reddito ha il duplice scopo di garantire mobilità del lavoro e un reddito per chi è in difficoltà. Si eliminano così sacche di povertà che sono inaccettabili nel settimo paese più industrializzato al mondo», uno strumento necessario anche ad evitare sentimenti anti Ue, spiega il ministro. «Sul sistema pensionistico è necessario un intervento per supportare il processo di innovazione e consentire di accelerare il processo di turn-over, dando spazio alle nuove generazioni», aggiunge, specificando comunque che si tratterà di una «temporanea ridefinizione delle condizioni di pensionamento». Sul debito fa un passaggio più veloce, garantendo la sua discesa fin sotto al 127% (rispetto al 131% attuale) grazie alla stima di crescita del Pil.

 

In serata è attesa l’audizione dell’Ufficio parlamentare di Bilancio, organismo indipendente che valuta i bilanci dello Stato. Un passaggio importante, atteso anche da Bruxelles e dagli osservatori finanziari: un’eventuale bocciatura della nota di aggiornamento al Def potrebbe portare a ulteriori effetti negativi sui mercati.

LA STAMPA

 

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