Tornano i riscaldamenti: le date in tutta Italia e i consigli per risparmiare
di FEDERICO FORMICA
La stagione dei riscaldamenti sta per ripartire. Anzi, in alcune aree del Paese (la cosiddetta zona E) già dal 15 ottobre è possibile accendere le caldaie. A voler guardare il lato negativo, parliamo di consumi energetici e di un dispendio di denaro inevitabile.
Ma risparmiare è possibile: per il bene dell’ambiente e delle nostre tasche. A questo proposito Enea ha preparato una guida su come gestire gli impianti e Unc ha pubblicato un decalogo di consigli utili.
Anzitutto, rinfreschiamoci la memoria: quando si possono accendere i riscaldamenti? Una legge del 1993 ha suddiviso l’Italia in sei zone.
- Zona A. La più calda, tocca solo sei comuni: 6 ore al giorno dal primo dicembre al 15 marzo;
- Zona B. Diffusa soprattutto nelle aree costiere di Sicilia, Sardegna e Calabria meridionale: 8 ore al giorno dal primo dicembre al 31 marzo;
- Zona C. Anche questa interessa esclusivamente il Sud insieme alle aree costiere del Lazio meridionale: 10 ore giornaliere dal 15 novembre al 31 marzo;
- Zona D. Interessa le aree interne di tutto il centro, centro-nord e isole maggiori: 12 ore giornaliere dal primo novembre al 15 aprile;
- Zona E. Tocca l’Appennino, la Pianura Padana e le aree subalpine: 14 ore giornaliere dal 15 ottobre al 15 aprile;
- Zona F. Interessa le Alpi e alcune aree appenniniche: in queste zone non c’è alcuna limitazione.
Tra il vademecum di Enea abbiamo scelto alcuni consigli utili.
Manutenzione dell’impianto termico. Si parla di caldaie (a gas, a gasolio, energia elettrica, biomassa etc) ma anche pompe di calore, caminetti e stufe fisse purché la potenza sommata raggiunga i 5 kW per appartamento. Chi fabbrica l’impianto deve indicare la cadenza dei controlli (spesso è consigliato quello annuale). Altra cosa è il controllo dell’efficienza energetica, che a seconda dell’impianto può essere obbligatorio ogni anno fino a ogni quattro anni (è il caso delle caldaie a gas da 24 kW, molto diffuse);
Tenere d’occhio la temperatura della casa. Inutile far andare i termosifoni a mille: per star bene non ce n’è bisogno. Senza contare che per legge, negli ambienti domestici bisogna stare entro i 20 gradi (+2 di tolleranza) d’inverno e non scendere sotto i 26 (-2 di tolleranza) in inverno. Ogni grado in meno d’inverno fa risparmiare dal 5 al 10% sui consumi di combustibile;
Usare i cronotermostati intelligenti. Sono ancora in pochi a utilizzare questi dispositivi elettronici, che possono essere gestiti anche da smartphone: consentono di regolare la temperatura e l’accensione dell’impianto anche a distanza. L’ideale per risparmiare energia, accendendo i termosifoni un’ora prima del nostro ritorno a casa;
Applicare le valvole termostatiche. Più che un consiglio, questo (insieme ai contabilizzatori) è un obbligo già dal 30 giugno 2017. Anche se un anno fa erano ancora molti i condomini fuorilegge. Le valvole consentono infatti di scegliere se tenere accesi o spenti i singoli termosifoni e di regolare la temperatura;
Installare pannelli riflettenti tra la parete e il termosifone. È una soluzione low-cost (per tre radiatori si possono spendere una ventina di euro) ed efficace soprattutto sulle pareti esterne: consentono di trattenere il calore nella stanza, evitando che si disperda all’esterno;
Schermare le finestre di notte. Un altro consiglio facilissimo da seguire, valido anche per l’estate (durante le ore diurne): per evitare la dispersione del calore bisogna chiudere le persiane o le tapparelle;
Niente ostacoli a ridosso dei termosifoni. Più facile a dirsi che a farsi, soprattutto per chi ha case piccole o è un accumulatore compulsivo di soprammobili: ma schermare il termosifone con oggetti, tende o mobili riduce l’efficienza energetica;
Cambiare infissi. Per chi ne ha la possibilità, investire nel miglioramento energetico della propria casa è sempre una buona idea. L’isolamento termico delle pareti e la sostituzione delle finestre con degli infissi più isolanti sono due interventi che possono ridurre del 20% i consumi di energia. Nella manovra dell’attuale governo sembra che le agevolazioni fiscali siano state confermate;
Rinnovare l’impianto di riscaldamento. Se l’impianto ha una caldaia tradizionale, la si potrebbe sostituire con una a condensazione che, recuperando il calore dei fumi di combustione fa risparmiare energia. “Se l’impianto è abbastanza vecchio, conviene valutare il rinnovo dell’intero impianto, ad esempio con le nuove caldaie a biomasse, le pompe di calore, o con impianti integrati dove la caldaia è alimentata con acqua preriscaldata da un impianto solare termico e/o da una pompa di calore alimentata da un impianto fotovoltaico” spiega Unc. Anche per questi interventi si può sfruttare la detrazione fiscale del 65%.
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