Le regole impantanate
di GABRIELE CANE’
Quella casa casa non doveva esserci. E quelle persone non dovevano perdere la vita. Che rabbia! Perché può anche capitare di morire di maltempo. Eccome. Soprattutto oggi che le piogge sono bombe d’acqua, e i venti tifoni in grado di azzerare in un attimo boschi secolari.
Ma quando una strage si consuma per l’intreccio di abusi, ricorsi, ritardi, per un mix di complicità, buonismo e carte da bollo, c’è da battere i pugni sul tavolo, e su qualche faccia. La strage della villetta di Casteldaccia è un po’ come il delitto di un clandestino, di chi non doveva stare in quel posto, in quel momento. Con la differenza che a quei nove morti è stato consentito di stare in una casa da abbattere. Clandestina. Come sono migliaia le abitazioni fantasma a un passo dal greto di un fiume, o alle falde di vulcani in attività. Il Vesuvio, ad esempio. Milioni di persone messe più o meno consapevolmente nelle condizioni di rischiare la vita. È un miracolo che non dobbiamo piangere ogni giorno una Casteldaccia.
E certo, non possiamo affidare il nostro Paese solo alla buona sorte o al buon Dio. Soprattutto di questi tempi, e di questi maltempi. Allora è chiaro come occorra un lavoro diffuso, totale, a lungo respiro di monitoraggio e manutenzione del territorio. Un maxi tagliando a un Paese che deve affrontare quotidianamente tre nemici. Se stesso, innanzitutto, la sua incuria endemica. Un clima cambiato, cattivo, in secondo luogo. Un mare che devasta, bufere da apocalisse, un cielo che vomita in un attimo tonnellate d’acqua. Non è più l’eccezione: è la regola. Bisogna fare in fretta, spendere anche i soldi che non si hanno: ripulire i greti, consolidare i porti, ripopolare le montagne, coinvolgere. Vuoi il reddito di cittadinanza? Prendi la pala e lavora. Infine, terzo, terribile nemico, la tolleranza, la complicità, verso gli abusi, prima; poi la palude dei mille uffici, dei mille ricorsi, il freno dell’ambientalismo talebano. L’illegalità impunita grazie al pantano di scartoffie che paralizza la legalità. La miscela che ha lasciato vivere delle famiglie in una casa da abbattere. Dovevano arrivare le ruspe a portare legge e sicurezza. È arrivato prima il fango. Come sempre.
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