Manovra, Conte: “Non siamo ribelli ma responsabili”. Salvini: “No a passi indietro”. Di Maio: “Margini di dialogo ma Ue non ci tratti così”
Governo sospeso tra la ferma difesa della manovra così come è scritta e il tentativo di dialogare con l’Europa. All’indomani della bocciatura da parte della Commissione europea, il premier Giuseppe Conte – che sabato sera avrà una cena di lavoro con il presidente Juncker – dice: “Siamo responsabili, non c’è nessuna presunta ribellione all’Ue”. E aggiunge: “Abbiamo un obiettivo comune con l’Europa stiamo lavorando alla riduzione del debito”. Anche se precisa che “per interesse degli italiani non siamo disposti a rinunciare a nulla”. Una linea, quella del dialogo, sostenuta anche dal Quirinale nella speranza che il giudizio di Bruxelles possa essere corretto con qualche concessione. Conte dispensa ottimismo anche sullo spread: “Scenderà”, dice. “È una manovra orientata per realizzare le premesse per far crescere il paese, quando tutti ci accorderemo, anche a livello europeo, su questo obiettivo lo spread scenderà”. E chiede aiuto ai giornalisti per stemperare i toni. Infine, assicura che i rapporti tra Lega e 5Stelle sono molto buoni.
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Toni nuovi anche dal vicepremier M5S, Luigi Di Maio, che dice: “Ci sono margini di dialogo con l’Unione europea”. Anche se puntualizza: “Bruxelles non ci chieda di tradire gli italiani”. E aggiunge: “No alla macelleria sociale”. Insomma, un difficile equilibrio.
Prima di Conte e Salvini era intervenuto però il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, ribadendo la linea dura: “Noi passi indietro non li facciamo”, ha detto a Uno Mattina. “Non faremo passi indietro perchè i soldi che abbiamo messo nella manovra economica riguardano la sanità, e il diritto alla salute non si tocca, si assumono mille ricercatori universitari, ci sono corsi di specializzazione per 600 medici. Se poi con Bruxelles vogliamo ragionare di investimenti, c’è stata l’alluvione in Veneto, in Friuli, in Trentino, in Sicilia, in Sardegna, se vogliamo mettere più soldi sulla tutela del territorio, per carità di Dio. Ma siccome sono soldi degli italiani, non dell’Europa – aggiunge Salvini – chiederemo di poter spendere questi soldi per gli italiani”. E insiste: “La Ue non può chiedermi la conferma della legge Fornero”. Anzi, rilancia: “La smonterò pezzo dopo pezzo”.
Insomma, segnali contraddittori. Vera volonta di dialogo o gioco del cerino con Bruxelles? Forse si capirà già nelle prossime ore.
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