Romano Prodi: “L’Italia stia attenta ai mercati, serve saggezza”
“Ancora si possono evitare gli scogli”. È questa l’idea di Romano Prodi sul rapporto tra Italia e Unione europea dopo il no della Commissione alla manovra del governo gialloverde. “Credo che fino alle elezioni (le europee di maggio 2019, ndr) non ci sarà nessuna decisione di carattere definitivo”, ha detto il professore alla trasmissione 1/2 h in più su Rai 3, parlando della bocciatura della manovra da parte della Commissione. “C’è una cosa che mi ha colpito – ha continuato Prodi – il fatto che i cittadini abbiamo ridotto di molto gli acquisti titoli di Stato italiani. Il governo continua a godere di ampio consenso ma questa decisione degli italiani potrebbe essere preludio del cambiamento”.
C’è un terzo protagonista nella storia tra Italia e Unione europea per il professore ed è quello che può avere un ruolo determinante: il mercato. “Ogni giorno c’è uno spread che va su e giù, gli investitori esteri diffidenti e denaro che va all’estero. Per evitare che questi incidenti aumentano e diventino irreversibili ci vorrebbe un po’ di serenità e di saggezza”.
Qual è la strada allora? “Meno insulti e più prevedibilità. Sapienza vuol dire essere coerenti e dare un messaggio che venga capito”.
Anche se l’Europa non dovesse prendere decisioni drastiche nell’immediato, arrivare fino a giugno in questa situazione comporta comunque dei rischi: “Bisogna stare alla scrivania e lavorare – ha detto il professore – non è con l’esasperazione che si risolvono i problemi del Paese”.
Per Romano Prodi se il governo formato da Lega e M5s si fosse limitato a porre un deficit del 2% – al posto del 2,4% stabilito nella nota di aggiornamento del Def – l’Italia avrebbe avuto meno problemi con l’Europa: “Il 2,4% è una provocazione”, sostiene.
C’è una differenza tra l’approccio dell’esecutivo gialloverde con l’Europa e il comportamento che invece avevano i governi del Pd: “Prima si è trattato. Oggi si è minacciato – ha detto l’ex premier ed ex presidente della Commissione europea- la politica mi sembra che c’entri poco”.
La situazione attuale dell’Unione europea per Prodi non è rosea: “Si è passati dal potere della Commissione europea a quello del Consiglio europeo, che significa aver dato il potere ai singoli stati, non è questa l’Europa che volevamo, che stavamo costruendo”, afferma amaramente. È per questo che c’è sfiducia nei confronti dell’Ue? “La sfiducia nasce dalla mancanza di politica – dice il professore. È di una semplicità estrema.
Per il futuro dell’Europa è necessaria una grande coalizione composta “da un elemento di centrodestra e una coalizione di socialisti, liberali e verdi, che trovino un programma comune e un candidato unico”.
Un riferimento poi alle primarie Pd. Voterà? “Non ci ho ancora pensato – dice Prodi – i candidati si sono presentati ma non hanno diffuso un programma. Questo per me è un problema gravissimo. Aspetterò i programmi e poi prenderò una decisione”.
L’HUFFPOST