Dopo la ritirata europea è alta la tensione tra i due vicepremier

Gian Maria De Francesco

Il giorno dopo il primo cedimento al pressing di Bruxelles, con la sofferta decisione di scendere a più miti consigli per non finire intrappolati nella tagliola della procedura di infrazione, il governo riflette sui 7 miliardi di spese in deficit sacrificati sull’altare della (possibile) pax europea.

L’umore non è certo euforico. Le voci sulla cena di mercoledì sera in una trattoria romana trasformatasi in una sorta di vertice di maggioranza notturno, con Giuseppe Conte, Luigi Di Maio, Matteo Salvini, Riccardo Fraccaro e Giancarlo Giorgetti non sono del tutto incoraggianti. Raccontano in particolare di una certa freddezza tra i due vicepremier, figlia soprattutto dell’affondo velenoso e inatteso dei due capigruppo pentastellati sulle vicende giudiziarie della Lega

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