Il dispositivo che depura l’acqua salata sfruttando il segreto delle mangrovie
FABRIZIO ASSANDRI
Si ispira alle mangrovie il dispositivo messo a punto dal Politecnico di Torino per rendere potabile l’acqua del mare. Le mangrovie riescono a sopravvivere in ambienti marini grazie a una membrana che separa l’acqua salata da quella dolce. Allo stesso modo il prototipo impedisce che l’acqua contaminata e quella depurata si mescolino. La nuova tecnologia si è meritata una pubblicazione su Nature Sustainability, una pubblicazione collegata alla prestigiosa rivista Nature. Il team di ricercatori è composto da una squadra di ingegneri del dipartimento di Energia, Eliodoro Chiavazzo, Matteo Morciano, Francesca Viglino, Matteo Fasano e Pietro Asinari. Hanno messo a punto un sistema economico ed ecologico per dissalare l’acqua, una possibile soluzione alla crisi idrica che, secondo la Fao, potrebbe portare entro il 2025 due miliardi di persone a non avere abbastanza acqua potabile. Non solo: il dispositivo del Politecnico è studiato per permettere anche di coltivare sulla sua superficie. Potrebbe dar vita a orti galleggianti in riva al mare, da usare soprattutto nei Paesi poveri di risorse idriche e infrastrutture ma molto esposti al sole. I ricercatori pensano ad usi nei Paesi in via di sviluppo o in aree isolate dopo un’inondazione o uno tzunami.
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