La Cina sul lato oscuro della Luna
Le ambizioni aerospaziali della Cina hanno preso forma nell’anno del 50/mo anniversario dello storico sbarco dell’Apollo 11 che portò l’americano Neil Armstrong a essere il primo uomo a calpestare il suolo lunare. Nella nuova corsa alla Luna la Cina si prepara così a precedere Stati Uniti e Russia.
Lanciata il 7 dicembre 2018 dall’agenzia spaziale cinese (Cnsa) ed entrata nell’orbita lunare il 12 dicembre, la missione prevedeva 27 giorni di viaggio, al termine dei quali il lander e il rover a bordo della sonda si sono posati nel cratere Von Karman, all’interno del bacino Polo Sud-Aitken. L’avvicinamento della sonda è cominciato il 30 dicembre, quando il veicolo è sceso su un’orbita più bassa di 15 chilometri. L’obiettivo è raccogliere nuovi dati che aiutino a ricostruire l’evoluzione della Luna e tentare la coltivazione di piante in vista della costruzione di una futura base lunare.
Il principale obiettivo scientifico della missione Chang’e-4 è esplorare la faccia nascosta della Luna nel campo d’azione del rover, studiandone la topografia e la composizione mineralogica. Poiché il rover si trova sull’altra faccia della Luna non può esistere un contatto diretto con la Terra: per questo è previsto l’uso del satellite, chiamato Queqiao, lanciato nel maggio 2018. A bordo della missione c’è anche tecnologia europea, con strumenti realizzati da Germania, Svezia e Paesi Bassi. Secondo una notizia diffusa in primavera dall’agenzia di stampa cinese Xinhua, Chang’e-4 porta sulla Luna anche una mini ‘biosfera’ con semi di patata e Arabidopsis, una pianta da fiore e uova del baco da seta, per testarne la coltivazione con un esperimento progettato da 28 università cinesi.
L’HUFFPOST
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