Sea Watch, compromesso tra Conte e Salvini sui migranti: “10 in Italia affidati alla Chiesa Valdese”
Ilario Lombardo Inviato a Varsavia
È un compromesso che può essere letto in due modi differenti. A seconda della prospettiva scelta. E dell’interpretazione che si dà ai tempi degli eventi. Perché da una parte Giuseppe Conte conferma «l’impegno di accogliere» i migranti della Sea Watch e della Sea Eye e precisa che «in attesa dei trasferimenti chiederà un incontro urgente con Avramopoulos (il commissario europeo alle migrazioni) per far eseguire la ricollocazione degli oltre duecento migranti che da agosto l’Italia aspetta siano accolti» da nove Paesi europei che non hanno dato seguito agli impegni. Dall’altra, Matteo Salvini dice che «non ci sarà nessun arrivo in Italia finché l’Europa non rispetterà gli impegni presi, accogliendo i 200 immigrati sbarcati in estate tra Pozzallo e Catania che dovevano già essere ricollocati».
E’ poco prima dell’una di notte quando si chiude l’ennesimo vertice di governo, preteso da Salvini e convocato d’urgenza per le 23, due ore dopo l’atterraggio del leghista di ritorno dalla Polonia. Doveva essere un faccia a faccia di chiarimento con Conte, dopo lo strappo sulle Ong, ma alla fine ha chiesto di essere presente anche Luigi Di Maio, vicepremier e capo politico del M5S. Di fatto Salvini sembra mettere un ulteriore condizionale alla risoluzione del caso delle due navi Ong cariche di famiglie lasciate in balia delle onde per giorni: perché subordina la loro accoglienza alla redistribuzione di migranti arrivati sei mesi fa in Italia.
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