Statali in pensione, altri tre anni per regolarizzare i vecchi contributi
di Luca Cifoni
Tre anni in più per regolarizzare le posizioni contributive dei dipendenti pubblici. E possibilità per alcune alte professionalità di incrementare la propria pensione versano più contributi. Il decreto che giovedì arriverà al Consiglio dei ministri insieme alle cruciali norme su Reddito e Quota 100 contiene anche altre misure che riguardano in particolare il pubblico impiego, a proposito del quale sarebbe in via di soluzione anche il nodo delle liquidazioni da anticipare tramite finanziamento bancario. Così come, per quanto riguarda il capitolo reddito di cittadinanza, il vicepremier Salvini ha indicato che è stata trovata un’intesa sul nodo invalidità la disponibilità di risorse aggiuntive (400 milioni) ricavare dalla stretta sui percettori straniere dovrebbe permettere di includere nel beneficio un numero sufficiente di disabili. Oggi sono in programma le ultime verifiche finanziarie con il ministero dell’Economia.
POSIZIONI INCOMPLETE
I lavoratori pubblici, in particolare quelli della scuola, della sicurezza e della giustizia troveranno nel provvedimento una piccola norma che dovrebbe mettere fine ad una serie di preoccupazioni emerse in passato. Il tema è quello delicato della prescrizione dei contributi previdenziali. Nel mondo ex Inpdap molte posizioni assicurative risultano tuttora non complete a causa di una pesante eredità del passato: lo Stato infatti nel suo doppio ruolo di datore di lavoro e di erogatore della prestazione previdenziale non versava effettivamente i contributi dovuti, come avviene nel privato.
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