Il bicchiere mezzo pieno
di GABRIELE CANE’
Partiamo dal bicchiere mezzo pieno: lo abbiamo preso. Finalmente. Certo, non è la prima volta che Battisti finisce in manette. Ora, però, sembra quella buona. Nel rispetto delle sue vittime e della giustizia. Tutte cose di cui questo comprimario del terrorismo italiano, diventato star internazionale più per le fughe e la strafottenza che per le imprese omicide, si è sempre fatto beffa.
Anche con il pizzetto e gli occhiali scuri, il suo ghigno da impunito valeva più di un documento (falso). Era proprio lui. Sempre lo stesso. Dunque, che venga a ridere a Rebibbia, e che ci resti a vita, grazie all’espulsione diretta dalla Bolivia.
Con il Brasile, infatti, sarebbe iniziato il bicchiere mezzo vuoto: 30 anni e non l’ergastolo patteggiati per restituircelo. Oddio, siccome ne ha già 64, è molto probabile, a Dio piacendo, che sarebbe uscito con i piedi in avanti. Ma nell’Italia che piange per i detenuti e non per le loro vittime, non si sa mai. Qualunque sia la pena. Per questo, affidiamo alla vigilanza delle future generazioni di politici e magistrati l’impegno solenne: niente sconti o permessi, porta chiusa e via la chiave.
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