Tav, è pressing. Lega e M5S al palo

Compito degli sherpa è stato quello di centellinare aggettivi, verbi e sostantivi per ottenere un testo accettabile. La mozione dovrebbe essere depositata oggi, anche se – calendario della Camera alla mano – i tempi per l’esame e la votazione delle mozioni sulla Tav si dilateranno di sicuro. In particolare, è insidiosa la mozione di Fratelli d’Italia che, primo firmatario il capogruppo Lollobrigida, chiede di promuovere, in ben quattro regioni del Nord, il referendum propositivo sulla Tav, cioè la stessa richiesta di Salvini. In ogni caso, da oggi, riprende, alla Camera, l’esame della proposta di legge costituzionale sul referendum propositivo: non sarà una passeggiata perché il testo è gravato dalla discussione di ben 700 emendamenti. Le mozioni sulla Tav, quindi, passeranno in second’ordine e non è escluso che la discussione venga spostata a partire dal 4 febbraio in poi.
La polemica politica, però, continua a infuriare. Di prima mattina, i grillini si trovano, sui giornali, un’intervista del sottosegretario leghista all’Economia, Massimo Garavaglia, che attacca: «Siamo in attesa di vedere questa fantomatica analisi costi-benefici. Secondo noi è molto difficile dimostrare che l’opera non stia in piedi», dice Garavaglia.
 
Il sottosegretario di Stato alla presidenza del Consiglio dei ministri, Stefano Buffagni (M5S), insiste invece sull’inutilità dell’opera e gli dice: «Rifai bene i conti». Sulle grandi opere interviene anche il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia: «Bisogna aprire subito i cantieri. C’è uno studio molto chiaro dell’Associazione nazionale costruttori che prevede 26 miliardi di risorse già stanziate per attivare cantieri per 400 mila posti di lavoro, mentre la Tav Lione-Torino vuol dire altri 50 mila in più».

QN.NET
 

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