Così il leader leghista ha sventato il blitz di Conte
L’Italia aveva partecipato all’accordo con un’uscita a sorpresa del premier Conte che aveva fatto trapelare di essere pronto «ad andare a prenderli in aereo». Un’entrata a gamba tesa che aveva fatto infuriare Matteo Salvini. Il vicepremier a sua volta aveva fatto circolare la sua posizione irremovibile: «Io non autorizzo niente, vediamo se arrivano. Non sono stato consultato, le scelte si condividono e le riunioni si fanno prima non dopo». Dopo un tesissimo vertice notturno in cui il mediatore Conte aveva calato l’asso dell’accoglienza (per una quindicina di persone) affidata alla Chiesa valdese, pareva che a prevalere fosse la linea di Conte, con l’appoggio di Luigi Di Maio. Palazzo Chigi, dietro richiesta informale, aveva confermato anche al Giornale l’arrivo immediato dei migranti, esaurite le formalità. «Arriveranno in aereo – si era spinta a scrivere La Repubblica – Conte ha piegato Salvini». Venti giorni dopo i segni delle tensioni di quelle ore sono rimasti visibili nei rapporti di governo, pur essendo esclusa una rottura. E l’aereo di Conte non è mai decollato. A sorpresa, un impegno pubblico della presidenza del Consiglio, preso di fronte ad altri governi europei, è rimasto lettera morta.
«Quando abbiamo chiesto conto dei tempi – spiega Paolo Naso, responsabile del progetto Mediterranean Hope per la Federazione delle chiese valdesi italiane – ci avevano assicurato che serviva solo qualche giorno per sbrigare le formalità relative all’identificazione e alle prime cure mediche. Ma il tempo trascorso per queste procedure appare più che congruo – prosegue Naso- e non ci è stata fornita alcuna spiegazione». La Chiesa valdese, tra l’altro, si era detta disponibile ad accogliere anche tutti e 49 i migranti sbarcati a Malta: «La presidenza del Consiglio non ci aveva posto altre condizioni e si era impegnata pubblicamente, confidiamo che l’Italia onorerà un impegno che ne aumenta il prestigio, perché offre una soluzione concreta».
Come si è visto nel nuovo caso Sea Watch però, Salvini continua a considerare pericoloso ogni cedimento su questo tema e ogni interferenza da parte degli alleati uno strappo politico. Al momento la partita pare essersi ribaltata. La Lega è ancora in grado di frenare l’iniziativa di Conte, almeno sul proprio campo di gioco preferito.
IL GIORNALE
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