Brexit, bocciato l’emendamento sul rinvio, ma sì alla cancellazione del “backstop”

Per May c’è un’altra vittoria: la sconfitta del tentativo di fermare il “no deal”. L’emendamento presentato dalla deputata laburista Yvette Cooper per rinviare la Brexit di almeno tre mesi è stato respinto dai Comuni con un margine di 23 voti, dunque abbastanza ampio: 321-298. E’ risultata decisiva l’opposizione di una parte del Labour, che considerava qualsiasi rinvio del 29 marzo, la scadenza per la prevista uscita dall’Unione europea, come un tradimento del risultato del referendum.

Lo stesso Jeremy Corbyn, leader del partito, ha tenuto una posizione ambigua: da un lato non ha appoggiato ufficialmente la mozione della sua deputata, dall’altro ha fatto sapere ai giornalisti attraverso sue fonti che la sosteneva. Un modo di tenere i piedi in due staffe, per non perdere il consenso degli elettori laburisti che votarono per la Brexit nel referendum di due anni e mezzo fa. Anche se così facendo rischia di perdere i voti dell’ala più giovane e più europeista della sinistra britannica.

Un terzo emendamento passa con una netta maggioranza: contro il “no deal”. Ma non è vincolante. E rivela più che altro il rifiuto generale di assumersi responsabilità di un disastro economico come sarebbe l’uscita dalla Ue senza accordi. Nessuno vuole restare con il cerino della Brexit in mano. La speranza di May è che non voglia restarci neanche la Ue e accetti di salvare in qualche modo il suo accordo. Ma due anni e mezzo dopo il referendum, si torna al punto di partenza. E alla Brexit mancano 60 giorni.

REP.IT

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