L’errore sovranista
C’è un filo rosso che lega tra loro le due notizie, apparentemente distanti, che hanno caratterizzato la giornata di ieri.
La prima è il forte richiamo del presidente Mattarella al governo perché si schieri, sulla crisi venezuelana, al fianco dei suoi alleati occidentali contro Maduro e a favore di Guaidó; la seconda notizia è l’Europa che si dice pronta a chiedere all’Italia ingenti danni economici se il governo, non rispettando i patti, bloccherà i lavori della Tav.
Il filo che unisce le due notizie è che ci stiamo infilando in un drammatico isolamento internazionale che ben presto avrà pesanti ripercussioni sulla vita quotidiana. Come se non bastasse la recessione, ecco pure l’autarchia, cioè la convinzione di bastare a se stessi sul modello Trump «prima l’America». Già, ma noi non siamo gli Stati Uniti, potenza economica e militare tale da poter mostrare i muscoli suscitando timore alle controparti. Noi siamo l’Italia, che è altra cosa e avanti così saremo chiamati a donare l’oro alla patria oggi diciamo patrimoniale – come fece Mussolini quando, nel 1935, ruppe con il consesso internazionale.
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