Tornano i timori per la crescita, Piazza Affari -2,6% con balzo spread
–di A. Fontana e C.Poggi
Il taglio delle stime di crescita dell’Italia da parte della Commissione Europea e lo scivolone del 12,2% accusato da Fca dopo la pubblicazione di risultati record per il 2018 ma con stime ritenute deludenti per il 2019, hanno pesato sull’andamento di Piazza Affari che ha chiuso in forte calo. A spingere al ribasso il listino milanese è stato anche il nuovo balzo dello spread oltre quota 280 punti che è andato subito a ripercuotersi almeno parzialmente sul settore bancario pur in presenza dei solidi risultati trimestrali riportati da UniCredit, Bpm e Mediobanca. Al termine della seduta, il Ftse Mib ha ceduto il 2,59% mentre Parigi ha lasciato sul terreno l’1,84%, Francoforte il 2,67% e Londra lo 0,86%. I mercati hanno registrato anche il calo della produzione tedesca a dicembre (-0,4% su mese e -3,9% su anno) e la decisione della Banca centrale britannica di lasciare i tassi di interesse invariati allo 0,75% ma di tagliare sensibilmente, dall’1,7% all’1,2%, le previsioni di crescita per il 2019. Intanto continua a dominare l’incertezza per quanto riguarda la Brexit dopo che il presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker ha ribadito la sua netta chiusura alla riapertura delle trattative. La premier britannica Theresa May da parte sua ha spiegato a Juncker che il Parlamento inglese intende cercare cambiamenti legalmente vincolanti ai termini del ‘backstop” per le frontiere irlandesi e ha presentato varie opzioni per venire incontro con le preoccupazioni’ dei deputati britannici. Da segnalare infine che la Bce ha confermato nel bollettino mensile di essere pronta ad adeguare i suoi strumenti alla luce di una dinamica dell’economia più debole del previsto e in cui prevalgono ora i rischi al ribasso. Giornata debole anche a Wall Street con il Dow Jones in flessione di oltre mezzo punto percentuale. Prima dell’avvio degli scambi, il dipartimento del Lavoro ha riportato una flessione di 19,000 unità delle richieste iniziali di sussidi di disoccupazione a quota 234.000. Il mercato si attendeva una flessione più marcata a quota 225.000.
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