Sánchez, stop sul bilancio Spagna verso le elezioni

Se Sánchez cade non è certo per un giudizio negativo sui provvedimenti contenuti nella Finanziaria, con un’impronta fortemente di sinistra, nati da un accordo con gli ex indignados di Podemos. Al solito il nodo si è formato in Catalogna. Il voto decisivo è stato, infatti, dei partiti indipendentisti, il PDeCat guidato dal Belgio da Carles Puigdemont ed Esquerra Republicana, il cui leader divide le sue ore tra una cella e il banco degli imputati del Tribunale Supremo di Madrid. A nulla sono servite le disperate notturne del leader di Podemos, Pablo Iglesias, a Puigdemont e agli altri indipendentisti. E nemmeno gli appelli accorati dei nazionalisti baschi, sempre più nel ruolo di mediatori tra parti che sembrano non sapersi più parlare.

Sánchez non è costretto ad anticipare la scadenza della legislatura, (la scadenza naturale è autunno 2020), tecnicamente si può prorogare la legge di bilancio del governo Rajoy dell’anno scorso ed andare avanti per altri mesi alla Moncloa. Ed è proprio questo che gli chiedono i partiti indipendentisti, che temono le elezioni e soprattutto lo scenario di una destra al governo che promette vendetta «contro i golpisti della Generalitat», come si è visto nella manifestazione di domenica scorsa a Madrid.

Ma molti fattori portano alla conclusione che per i socialisti è meglio non tirare a campare per troppo tempo, vista l’esiguità della propria presenza parlamentare (58 deputati su 250) e soprattutto le tempeste facili da prevedere da qui alle prossime settimane. Le incognite maggiori, infatti, arrivano dalla Catalogna, il processo ai leader indipendentisti, cominciato martedì scorso che andrà avanti per almeno tre mesi, suscita emozioni forti a Barcellona e dintorni e i riflessi si notano sui partiti secessionisti. Inoltre la destra è tornata forte, l’emergere di Vox, il movimento ultra-nazionalista, danneggia i popolari, ma consentirebbe a una coalizione conservatrice guidata dallo stasso Pp e appoggiata da Ciudadanos ad avere forte ambizioni di governo. A dicembre in Andalusia è successo esattamente questo, così Sánchez ora ha fretta di cambiare un finale già visto in altre latitudini del continente.

LA STAMPA

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