Borse volano con «progressi» Usa-Cina e apertura Bce a sostegno banche
- il rinnovo dei piani TLTRO
- 15 febbraio 2019
Coeuré (Bce): sì a nuovi prestiti agevolati alle banche
Bce: Coeure, possibile nuovo Tltro per le banche
Il membro
del consiglio direttivo della Bce Benoit Coeure ha spiegato in un
discorso pronunciato al Council on Foreign Relations
di New York che la banca centrale europea sta discutendo della
possibilità di lanciare nuove aste per fornire nuova liquidità
a basso prezzo alle banche che il prossimo anno dovranno rimborsare i
fondi presi a prestito nelle aste precedenti. Coeuré
ha spiegato che una nuova asta Tltro era possibile e che ci potrebbe
essere spazio per un’operazione del genere a condizione
che serva a “uno scopo”, cioé, con ogni probabilità, che contribuisca
a raggiungere l’obiettivo di inflazione anziché rappresentare
solo una iniezione di contanti a favore delle banche. “E’ possibile,
ne stiamo discutendo – ha detto Coueré – ma vogliamo
essere sicuri che serva a uno scopo”. In un passaggio successivo, il
banchiere ha aggiunto che “potrebbe esserci spazio per
un’altra asta Tltro”.
Usa-Cina: Trump, mai così vicini a un accordo
«Mai stati
così vicini a un accordo» ha dichiarato il presidente degli Stati Uniti,
Donald Trump, sullo stato delle trattative
con la Cina dopo che messaggi di ottimismo erano arrivati anche dal
segretario del Tesoro americano Steven Mnuchin. Il confronto
è terminato oggi e il presidente cinese Xi Jimping ha annunciato che
riprenderà la prossima settimana a Washington allo scopo
di trovare un’intesa ed evitare che scatti un aumento delle tariffe
sulle importazioni cinesi a partire dal 1 di marzo (mossa
a cui la Cina non mancherebbe di rispondere con dazi sulle
importazioni dagli Usa). In un tweet, Mnuchin ha caratterizzato
gli incontri come «produttivi» senza tuttavia fornire ulteriori
dettagli.
- mercato
- 15 febbraio 2019
Auto, il 2019 parte in salita in Europa con immatricolazioni in calo del 4,6%
I conti premiano Eni, sotto i riflettori Pirelli
Prima dell’apertura del mercato Eni ha reso noto di aver chiuso il 2018
con un utile operativo adjusted di 11,24 miliardi,
pressoché raddoppiato rispetto al 2017, e il quarto trimestre 2018
con 2,99 miliardi, +49%. Anche l’utile netto adjusted e’
quasi raddoppiato rispetto al 2017 a 4,59 miliardi (1,46 miliardi nel
quarto trimestre +55% rispetto al quarto trimestre
2017) e l’utile netto è salito a 4,23 miliardi nell’esercizio. I
risultati del quarto trimestre, notano gli esperti di Equita,
sono «migliori delle attese». «Riteniamo che il set di risultati
abbia risvolti positivi per il titolo grazie a risultati
migliori delle attese guidati dalle divisioni e&p (exploration
& production) e r&m (refining & marketing) e da un’aliquota
fiscale più favorevole», aggiungono. «Il quarto trimestre – nota
ancora Equita – rende evidente il miglioramento di redditività
e cash flow della divisione e&p grazie al maggior contributo
delle nuove produzioni».
Giornata a due facce per Pirelli, che ha guadagnato quasi il 2% dopo aver vissuto la prima parte della seduta in rosso. Ieri il gruppo della Bicocca ha reso noto di aver chiuso il 2018 con un utile operativo “adjusted” in crescita del 9% a 955 milioni, pari al 18,4% dei ricavi che si sono attestati a 5,2 miliardi (+3,7% sul 2017). Numeri sostanzialmente allineati alla guidance fornita dalla società, che indicava un ebit adjusted a circa un miliardo e ricavi a 5,2 miliardi. Per l’esercizio in corso, il gruppo degli pneumatici stima un incremento ulteriore dei ricavi compreso tra il 4% e il 6% e un margine ebit adjusted in miglioramento al 19% circa. A fine 2019 il rapporto tra posizione finanziaria netta e ebitda ajusted prima dei costi di start up è stimato pari a 2,1 volte, dai 2,49 volte di fine 2018 (2,35 il target della società). Nonostante il dato sull’Ebit in linea con le previsioni, notano gli analisti di Equita, quello sul debito è «leggermente peggiore» e anche la guidance sul 2019 è «leggermente inferiore». Gli esperti hanno quindi limato le stime sul 2019 e il 2020 in media del 2% sull’ebit adjusted e del 3% sull’utile netto. Ridotto del 2% anche il target price a 7,9 euro, mentre la raccomandazione resta “buy”.
Salini e Astaldi tirano il fiato dopo la corsa di ieri
Hanno tirato il fiato le azioni Salini Impregilo e Astaldi,
dopo che ieri entrambi i titoli avevano chiuso in rally di oltre il 10%
in scia all’offerta di Salini per salvare Astaldi
tramite un aumento di capitale da 225 milioni. Offerta, però,
condizionata, tra le altre cose, «al contributo di coinvestitori
di lungo periodo» (e il pensiero è corso subito a Cdp, tirata in
ballo più volte dai rumors intorno al dossier). Ed è proprio
su questo passaggio che è si concentrata l’attenzione degli analisti
di una Sim milanese, che vedono di buon occhio l’arrivo
di un partner con le spalle larghe: «Il possibile ingresso di un
investitore di lungo periodo, come Cassa Depositi e Prestiti,
crediamo sia un elemento determinante in quanto dovrebbe aiutare
Salini a sostenere l’operazione dal punto di vista finanziario».
Petrolio in rialzo con Brent a 66 dlr.
Sul mercato dei cambi, dopo una giornata di debolezza, l’euro sta ritornando sulle posizioni di ieri a 1,128 dollari (1,1295 ieri in chiusura) e a 124,7 yen (124,81), mentre il rapporto
dollaro/yen è a 110,5 (110,48). In rialzo infine il prezzo del petrolio:
il future marzo sul Wti segna 55,4 dollari al barile, mentre la
consegna aprile sul Brent si attesta a 66 dollari. Sull’obbligazionario,
chiusura stabile per lo spread tra BTp e Bund. Il differenziale di rendimento tra il BTp decennale italiano benchmark e il pari tedesco è tornato a in area 270 (dopo un massimo a 283 punti base), in
linea con il closing di ieri. Rientrato anche il rendimento del titolo italiano che si attesta a quota 2,80% dal 2,81% del riferimento della vigilia (2,9% a metà seduta).
(Il Sole 24 Ore Radiocor)
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