Francia, bandiera e inno a scuola Ma il patriottismo non si impone
È sempre sospetta e sospettabile l’invadenza di uno Stato che esibisce se stesso, ma non necessariamente maligna.
È il caso della decisione francese di imporre l’esposizione in tutte le aule scolastiche private e pubbliche – della bandiera nazionale, di quella europea e del testo della Marsigliese. Se, personalmente, non imporrei un bel niente, si possono capire i motivi della decisione: un popolo orgoglioso della propria identità nazionale la ribadisce attraverso due simboli sacri che devono essere rispettati da tutti, quale che sia la loro religione, la loro origine, le loro aspirazioni. La bandiera europea fa da terzo comodo, anche se perde di significato in mezzo agli altri due simboli. Si tratta di una decisione più comprensibile dei dibattiti nostrani sul crocefisso sì o il crocefisso no (simbolo di una parte, non dell’insieme, tanto più in Francia), per non dire della presenza nei nostri uffici pubblici del santino presidenziale, a rappresentanza di uno Stato che si fa carne, spesso non bella carne.
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