“Io, manettaro pronto a tutto Il video lo decide Casaleggio”
Sul web sono sempre girate le foto di Giarrusso in versione «ruspante». Grembiule, forchettone e griglia.
«Mi piacciono anche le alici».
Le sue posizioni sulla giustizia sono sempre state chiare.
«Gli iscritti le conoscono. Io sono da sempre un manettaro. Ma questa volta il caso è diverso. Complesso».
Il movimento che voleva i magistrati al governo oggi vota contro le decisioni di un tribunale. Come lo spiegherà?
«Si potrebbe mandare, per la prima volta, a processo un ministro per una decisione presa nella sua veste istituzionale. Ricordo che c’è stato un precedente con il ministro Roberto Maroni. Venne archiviato e la richiesta non arrivò mai in giunta per le autorizzazioni a procedere».
Si capisce che sta studiando.
«Finora il Parlamento si è espresso per l’autorizzazione a procedere solo per reati come la corruzione. Questa volta siamo di fronte a una decisione collegiale. Difesa perfino dal presidente del Consiglio, Giuseppe Conte».
Tanto che sia lui che Di Maio potrebbero essere indagati. In pratica siete complici di Salvini.
«Non tutto ciò che fa il governo è immune dalla legge. Se un governo spara con i cannoni è chiaro che si può processare chi ha dato l’ordine».
Per i magistrati si tratta di sequestro di persona aggravato.
«Non si può dire che Salvini sia andato con le teste rasate al porto di Catania a sequestrarli. La domanda è semmai un’altra: aver sacrificato per dieci giorni quei migranti impedendogli di sbarcare è servito a difendere i confini?».
Ci perdoni. Ma lei, in realtà, come la pensa?
«Io non posso esternare la mia posizione».
La deve tenere nel segreto del suo cuore?
«Esatto».
Ma presta la sua sapienza giuridica per la causa.
«Agli iscritti bisogna far comprendere che il giudizio giuridico su Salvini va separato da quello politico».
Abbiamo capito che quello giuridico è per il no al processo, ma quello politico?
«Salvini ha accentrato su di sé questa decisione. Non c’è dubbio. Ne ha fatto uno show. Ma gli elettori hanno le urne per punire».
E lei la piattaforma Rousseau per convincere.
«Non so ancora se devo convincere per il sì o per il no».
Sembra di capire che a poche ore dal voto non è stato ancora deciso se alzare o abbassare il pollice
«Ci attende una decisione importantissima. Come ho detto, è un momento della nostra storia alto».
E se il voto facesse precipitare tutto? Cosa accadrebbe se gli iscritti votassero per l’autorizzazione?
«Noi siamo portavoce dei cittadini. Fa parte del nostro dna. Non possiamo non tenerne conto».
Ha già preparato il testo per il video?
«Vuole dire le due…».
Quante bozze ci sono sul tavolo del senatore Giarrusso?
«Due. Una per il sì e una per il no».
Come si dice, la mano di Giarrusso po esse fero o po esse piuma. E dei tormenti del senatore Giarrusso non si può sapere nulla.
«È proprio così…».
IL GIORNALE
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