Primarie Pd, tra Zingaretti, Martina e Giachetti è anche battaglia a colpi di testimonial e padri nobili
di ANDREA BONANNI
Maurizio Martina risponde con Graziano Delrio, tra i nomi più
conosciuti, Tommaso Nannicini, autore del programma per le scorse
elezioni, e un sostegno non esplicito ma di fatto di Massimo Cacciari e
Beppe Sala che pure non si sono espressi con nettezza.
Politica
Primarie Pd, il vademecum: come e dove si vota per scegliere il nuovo segretario
di MONICA RUBINO
Il semplice ma non semplicissimo iscritto Carlo Calenda, che domenica ha
promesso di dare il suo contributo da scrutatore ai gazebo, voterà
probabilmente Martina che fin dall’inizio ha dato l’appoggio più caldo
al manifesto di Siamo Europei.
Roberto Giachetti ha invece incassato da pochi giorni l’endorsement di
Maria Elena Boschi, poco amata dall’elettorato fuori dal Pd ma ancora
con un seguito nello schieramento renziano dei dem. Anzi, la sua uscita
pubblica ha fatto capire che Matteo Renzi sta con il ticket
Giachetti-Ascani anche se non si pronuncerà come ha promesso in queste
settimane.
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Approfondimento
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di GIOVANNA CASADIO
Insomma, il quadro è abbastanza chiaro. Ma contano ancora i sostegni
eccellenti? O rischiano di creare dei cortocircuiti? Dipende molto
dall’affluenza. Se sarà bassa, addirittura sotto al milione, è evidente
quanto sia importante la struttura del partito, la base e i suoi
collegamenti territoriali. Chi ha più sponsor avrà anche più voti. Ma se
l’affluenza dovesse essere più alta allora avrà un peso il voto di
opinione, libero e senza schemi.
Giachetti punta tutto sulla seconda opzione, sui militanti che hanno
consentito a Renzi di vincere due volte e con percentuali alte. Martina
può contare invece sulla macchina di consenso renziana a livello
regionale. Gli organizzatori della sua mozione sono Lorenzo Guerini e
Luca Lotti, ovvero chi ha controllato il partito per tutta la lunga
stagione del senatore di Firenze. Provincia per provincia, comune per
comune. Intorno a questo tipo di vertice si è consumata l’altro giorno
la rottura tra Martina e l’altro suo sponsor Matteo Richetti che aveva
rinunciato a correre per fare un ticket. A chi si riferiva Richetti?
Soprattutto a Vincenzo De Luca che ha messo a disposizione di Martina
tutta la base dem della Campania e può aiutarla a recuperare molti voti
domenica. Naturalmente, chi offre un contributo maggiore chiede posti
nelle liste per l’assemblea nazionale. Questo scatena la tensione e la
lotta interna.
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I voti renziani fanno gola ad almeno due candidati su tre, Martina e Giachetti. Il primo si è aggiudicato quelli dei capicorrente, il secondo invece gioca sul terreno diciamo dei partecipanti della Leopolda. Il Pd più aperto alle spinte del gioco a tutto campo. Ivan Scalfarotto è un suo convinto aficionado e potrebbe mettere a disposizione il lavoro finora con i comitati civici lanciati da Renzi. Anche Zingaretti ha provato ad allargare il campo. Alle associazioni, ai sostegni di esterni al Pd e perché no anche degli scissionisti di Leu. Massimo D’Alema non ha nascosto il suo gradimento per il presidente del Lazio. Poi ci ha aggiunto l’appello del mondo della cultura e dello spettacolo. Tra i firmatari di “Mi fido di Zingaretti” ci sono lo scrittore Maurizio De Giovanni, la poetessa e scrittrice Edith Bruck, Matteo Garrone, Ferzan Ozpetek, Alessandro Gassmann, Piera Degli Esposti e Monica Guerritore. Spostano voti ai gazebo? Si capirà il 3 marzo.
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