Le spese pazze del governo Oltre 23mila euro per i rom
A Conte piacciono solo quelle originali. Come riporta il contratto, la fornitura riguarda «cialde di caffè Nespresso Professional» e per dirla come il testimonial George Clooney: What else? E sarà stata galeotta la bevanda se si è dovuto procedere alla «pulizia di 2 poltroncine e di un divanetto in tessuto». Costo? 680 euro. Si sa che palazzo Chigi è la residenza del potere ma si sa anche che gli inquilini vengono sfrattati con le urne e che ogni volta bisogna fare nuovo l’arredamento. Per «fornitura arredi per ufficio», lo scorso mese è stata stanziata la somma di 78mila euro. E poi ci sono le sedie. Per 100 sedie «semidirezionali» e 50 da ospiti sono serviti 16.320 euro. Ma proprio non si capisce che bisogno c’era di spendere 17.230 euro per tende, anzi per «Riparazione/fornitura di tende e sostituzione del rivestimento di sedute in stoffa», dato che il vizio di Luigi Di Maio è quello di affacciarsi al balcone e urlare che ha abolito la povertà. Su una cosa invece non si può non concordare. Nessun governo ha mai utilizzato meglio i social ed è stato tanto connesso. A casa Conte la connessione ormai non basta e va potenziata. 60.990 euro sono stati previsti per alzare l’intensità della rete Wi-Fi e non si è badato quando si è trattato di acquistare pc portatili. 100 pc sono costati ben 44.266 euro ma non hanno le prestazioni di quelli richiesti da Rocco Casalino. Il mese scorso la struttura «Ufficio stampa e del portavoce» ha chiesto «2 Macbook pro da 15 pollici, 1 Ipad pro retina, 2 Macbook air» per 7.775 euro. Ma malgrado tutta questa tecnologia, anche a palazzo Chigi, è impossibile separarsi dalla carta. Per stampare il bilancio di governo (a proposito, quale delle tante bozze?) sono stati necessari 1.371 euro mentre per i timbri 1.292 euro, ma ancora di più per le spedizioni e la corrispondenza (96 mila euro). E questa volta senza ironizzare, ma solo per riconoscere che in politica la salute è tutto, 881 euro sono stati accantonati per un aspiratore chirurgico mentre 21.681 euro per un ecocardiografo portatile.
Insomma, scorrendo fra le spese fa piacere sapere che ancora «i costumi» e le buone maniere siano rispettati. Per quindici zerbini si è speso 2.925 euro; due uniformi per addetti anticamera sono costate invece 1.118 euro, quasi quanto i vini per la flotta aerea (1.482 euro) e la metà di quanto è servito per 2 rastrelliere per biciclette (594 euro). Niente polemiche però. Alla fine ci unisce la bandiera, anzi, le bandiere. A Palazzo Chigi ne hanno richieste 90 e pagate 9.405 euro. Non fatevi dunque prendere dallo sconforto. Rimane pur sempre il governo del cambiamento. Dimenticavamo ci sono anche le forniture per «generi di conforto»: 1.921 euro.
IL GIORNALE
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