Investimenti cinesi, i perché della frenata
La settimana prossima, il presidente Xi Jinping sarà in Italia. Da Pechino arriva il leader della formidabile nuova potenza mondiale oppure arriva, come direbbero i cinesi, un «gigante dai piedi d’argilla»? La domanda è importante per sapere con chi il governo italiano si appresta a firmare l’ormai famoso Memorandum of Undestanding che dà cornice alla collaborazione tra Italia e Cina all’interno della Belt and Road Initiative (nome che i pierre del vertice pechinese hanno addolcito in Nuova Via della Seta). Ed è anche giustificata da alcuni dati pubblicati da due tra i più importanti centri di analisi dell’attività cinese, l’americano Rhodium Group e il tedesco Mercator Institute for China Studies. Dai loro dati risulta che nel 2018 gli investimenti cinesi in Europa sono scesi del 40,5% rispetto al 2017, da 29,1 a 17,3 miliardi di euro. È una caduta del 53% rispetto ai 37miliardi del 2016. Il calo di investimenti diretti si registra anche negli Stati Uniti: dai massimi del 2016, 46,9 miliardi di dollari, ai 29,7 del 2017.
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