Borse ignorano tensioni su Brexit. A Piazza affari vola Leonardo
Leonardo ai massimi da novembre: conti e guidance 2019 meglio di attese
Leonardo
balza di oltre il 10% in Borsa e tocca i massimi da novembre, in area
9,5 euro, grazie ai conti superiori alle previsioni.
Il gruppo aerospaziale ha riportato un utile netto di 510 milioni di
euro (+83% e sopra il consensus di 342 milioni) e un
ebita di 1,13 miliardi (1,091 miliardi il consensus) su ricavi in
crescita del 5% a 12,4 miliardi (11,8 miliardi il consensus)
grazie alla spinta degli elicotteri e
dell’elettronica. La
guidance 2019 indica i ricavi nel range 12,5-13 miliardi, l’ebita tra
1,175 e 1,225 e il flusso di cassa
operativo intorno ai 200 milioni. Secondo Mediobanca Securities (che
raccomanda “outperform” con target a 12 euro), il recupero
in corso dell’elicotteristica è alla base delle prospettive di
risalita del titolo che, prima di oggi, scontava un ritardo
del 16% in Borsa rispetto all’andamento del settore
aerospazio&difesa. Equita Sim sottolinea come anche la guidance
fornita
dal management sia superiore alle previsioni e come le indicazioni
aumentino la visibilità sulla crescita dei ricavi e sul
raggiungimento al 2020 di un ritorno sulle vendite (rapporto tra
ricavi e ebita, ndr) al 10%. Gli analisti di Deutsche Bank
evidenziano la forte performance del segmento elicotteri nel IV
trimestre con ricavi per 1,154 miliardi e un ebita di 142
milioni per un ritorno sulle vendite superiore al 12%. Ubs definisce
incoraggiante la guidance sui flussi di cassa e aspetta
indicazioni, dalla conference call in corso, sulle prospettive
dell’elicotteristica, sulla performance di Drs e sul tema dei
costi.
Fuori dal listino principale debutto flop per Seif
Tra i titoli a minore capitalizzazione esordio fiacco per la Società editoriale Il Fatto: ha chiuso a -0,69%, dopo essere
arrivato a guadagnare il 18% in avvio. Ha svettato la società dei prodotti biologici Bioera (+17,19%) e segnano buoni rialzi Blue Financial Communications (+19,05%), Maps(+7,55%),
in crescita continua dopo la quotazione dei giorni scorsi (ha quasi
raddoppiato il proprio prezzo rispetto al collocamento,
da 1,9 euro per azione agli attuali 3,52 euro), e Ovs
(+5,79%), dopo l’intervista rilasciata a Il Sole 24 Ore da Giovanni
Tamburi, che ha parlato in modo positivo delle prospettive
del gruppo (Tamburi Investment Partners è salita al 22,7% circa di
Ovs e Giovanni Tamburi è entrato nel Board). Positiva Mondadori
(+1,56%), che ha chiuso in rosso il 2018 ma a causa dell’adeguamento
al fair value delle attività francesi. Segrate ha anche
sottolineato che nel 2019 potrebbero esserci le condizioni per un
futuro ritorno al dividendo. Giù Maire Tecnimont: i vertici del gruppo risultano indagati per presunta corruzione legata a progetti a Santo Domingo. Riparte Cerved che potrebbe
interessare ad altri private equity dopo il dietrofront di Advent. Il gruppo di ingegneria si dichiara estraneo ai fatti.
Europa positiva, bene energetici, costruzioni e assicurazioni
In
Europa, dove i listini hanno chiuso in territorio positivo, a dare la
spinta sono stati soprattutto gli energetici (+0,8%
l’Euro Stoxx 600 di settore), le banche (+0,9%), le costruzioni
(+1,12%) e le assicurazioni (+1,21%). Tra i titoli, il gruppo
editoriale Lagardere (+8%) sotto i riflettori a Parigi, dopo la
pubblicazione dei risultati 2018 «in linea con le attese»,
come sottolineato dagli analisti di Barclays. Il mercato, inoltre,
giudica favorevolmente il processo di trasformazione in
corso per il gruppo. A Francoforte riflettori puntati su Rwe
(+1,85%), sebbene i dati 2018 abbiano risentito dell’addio all’energia
nucleare deciso da Berlino, e su Gea Group (+11,79%), dopo che il
fatturato è salito quasi dell’8% nel 2018. In forte calo
Lufthansa (-6,31%) dopo i conti che hanno messo in luce un calo
dell’11% dell’utile operativo.
Usa: deludono i dati sul lavoro, richieste sussidi salgono
Nei
sette giorni conclusi il 9 marzo scorso, il numero dei lavoratori che
per la prima volta hanno fatto richiesta per ricevere
sussidi di disoccupazione negli Stati Uniti è salito deludendo gli
analisti. Secondo quanto riportato dal dipartimento del
Lavoro, le richieste iniziali di sussidi di disoccupazione sono
aumentate di 6.000 unità a 229.000 unità, contro attese
per un dato a 224.000 unità; il dato della settimana precedente è
stato lasciato a 223.000 unità.
L’Ifo dimezza le stime di crescita 2019 per la Germania
L’istituto
di ricerche economiche tedesco Ifo ha quasi dimezzato le previsioni di
crescita della Germania per il 2019 dall’1,1%
allo 0,6%, ma le ha aumentate per il 2020 dall’1,6 all’1,8 per cento.
«Le attuali difficoltà nella produzione industriale
tedesca – afferma in una nota Timo Wollmershaeuser, responsabile
dell’analisi e delle previsioni del ciclo economico di Ifo
– dovrebbero essere superate solo gradualmente. L’industria non
riuscirà ad essere in gran parte il motore economico nel 2019.
La domanda globale di prodotti tedeschi è debole, poiché l’economia
internazionale continua a perdere slancio. Ma le forze
motrici interne sono ancora intatte».
Focus su Brexit: oggi nuovo voto a Londra
«Mentre i voti
della scorsa notte sono significativi, va ricordato che legalmente non
cambiano nulla, poiché il Regno Unito
lascerà l’Ue il 29 marzo. Ciò significa che ora passiamo al prossimo
capitolo in cui i parlamentari ora voteranno una mozione
nella quale si chiede se il Regno Unito debba cercare un’estensione
dell’articolo 50, cosa che sarà probabilmente decisa nelle
riunioni del Consiglio europeo della prossima settimana – è il
commento di Michael Hewson (Chief Market Analyst di CMC Markets
UK) – Questo è il punto in cui il Regno Unito perde il controllo
della trama poiché l’Ue potrebbe avvalersi del suo diritto
di bloccare qualsiasi richiesta di estensione, indipendentemente da
ciò che i parlamentari vogliono, a meno che il Regno Unito
non dimostri la presenza di motivi significativi per concedere
l’estensione e con il parlamento unanime per una posizione
che non piace e non abbiamo ancora un’idea più chiara di ciò che
vuole».
Sterlina corregge dopo salita seguita a voto
Sul mercato
valutario, l’euro è stabile a 1,1307 (1,1327) dollari. Sterlina torna
debole a 0,8516 per un euro (da 0,8492)
e a 1,327 dollari (1,3338) dopo essere salita nella notte a seguito
del voto a Londra. «Il fatto che sia stato evitata per
il momento una Brexit senza accordo ad esito del voto del Parlamento
inglese di ieri era – è il commento degli analisti di
Unicredit – potrebbe offrire qualche supporto alla sterlina nei
confronti del dollaro e dell’euro fino a fine mese. I nostri
target per la fine di marzo restano 1,33 nel cambio sterlina/dollaro e
0,84 nell’euro/sterlina sebbene gli ulteriori sviluppi
nel quadro politico inglese, inclusa la possibilità di nuove elezioni
o anche di un nuovo referndum, restano ancora abbastanza
incerti».
Petrolio in rialzo dopo il report dell’Opec
Greggio in
rialzo a 58,53 dollari al barile nel Wti aprile e a 67,92 dollari al
barile nel Brent maggio: ieri netto calo delle
scorte Usa di greggio. L’Opec ha mantenuto invariate le sue
prospettive di crescita della domanda mondiale di petrolio per
il 2019 a 1,24 milioni di barili al giorno. L’indicazione arriva dal
rapporto mensile dell’organizzazione dei Paesi produttori
di petrolio che è stato diffuso oggi. Allo stesso tempo l’Opec ha
segnalato che la sua produzione di greggio è diminuita di
221.000 barili al giorno a febbraio (rispetto a gennaio), fino a una
media di 30,55 milioni di barili al giorno. «Mentre la
domanda di petrolio dovrebbe crescere a un ritmo moderato nel 2019, è
ancora ben al di sotto della forte crescita prevista
per le previsioni di fornitura non Opec per quest’anno», ha detto
l’Opec nel suo rapporto.
BTp: spread chiude in calo a 241 punti, ai minimi da gennaio
Chiude la giornata in netto calo lo spread BTp/Bund che si riduce ai minimi da fine gennaio.
Il differenziale di rendimento tra il BTp decennale benchmark (Isin
IT0005340929) e il pari scadenza tedesco ha progressivamente
guadagnato terreno nel corso della giornata, dopo un’apertura
stabile, e ha chiuso a 241 punti base, dai 249 punti base del
riferimento precedente. In netto calo anche il rendimento del BTp
benchmark decennale, che ha terminato la seduta al 2,50%
dal 2,56% della chiusura di ieri.
(Il Sole 24 Ore Radiocor)
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