”Attenti al 5G, ci possono controllare”
Perché il 5G è considerato pericoloso?
“Lei
immagini un utilizzo sempre più spinto in applicazioni industriali
all’interno delle nostre aziende o in applicazioni di tipo militari. Ci
sono reti militari protette, ma oggi molte comunicazioni, anche
classificate, avvengono su reti internet tradizionali. Se, quindi, chi
utilizza queste tecnologie ha valori diversi dai nostri potrebbe
utilizzare backdoor (porte posteriori che possono essere aperte o che si
aprono da sole in determinate condizioni), per poi iniziare ad agire in
modo malevolo all’interno delle rete, seminando dei malware che possono
creare danni o blocchi delle reti. Possono sembrare scenari da
fantascienza o da fantapolitica, ma spesso la realtà supera la fantasia.
Essere prudenti in questo caso è fortemente consigliato”.
Chi gestisce la tecnologia può davvero controllarci?
“Ci sono casi in cui, soprattutto negli Usa e in Gran Bretagna, in cui
quei Paesi hanno verificato che qualcosa è accaduto. In effetti pensare
di fare una rete 5G con tecnologia di un produttore che sicuramente non è
nei paesi democratici qualche dubbio lo pone. Se, quindi, la Nato alza
gli scudi, forse è il caso di ascoltarla. È chiaro che se cerchiamo il
prodotto che costa meno di tutti è quello, ma chiediamoci il perché. Il
valore d’oro sono i dati che da lì passano. E lì c’è la nostra vita e la
nostra sicurezza”.
E come può essere garantita?
“Come occidentali di errori ne abbiamo fatti già tanti. Quando abbiamo trasferito le produzioni altrove perché più convenienti abbiamo aperto la porta ai rischi. Se non si riporta la produzione in Occidente delle evoluzioni tecnologiche ci ritroveremo, appunto, con un paese come la Cina che grazie ai grandi numeri che è grado di esprimere in termini umani può produrre a costi bassi senza garanzie alcune sulla nostra sicurezza. Ci deve pensare l’Unione Europea a garantire che i prodotti, i processi e i servizi venduti nell’Ue soddisfino gli standard di sicurezza informatica
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