Borse ottimiste in attesa della Fed. Piazza Affari sogna asse Fca-Psa
Acquisti sulle materie prime, realizzi sui bancari
A
livello settoriale, gli acquisti premiano i titoli delle materie prime,
in rialzo in tutta Europa, mentre i realizzi colpiscono
i titoli del comparto bancario dopo il rally della vigilia. A
Francoforte vendite su Deutsche Bank e Commerzbank, in attesa di dettagli sulle possibili nozze. Anche a Milano le banche sono generalmente deboli, con il Banco Bpm in coda al listino. Segno meno anche per Ubi Banca, Unicredit e Mediobanca. Tra i titoli migliori sul listino milanese c’è Atlantia,
sostenuta da un report di Ubs, che ha consigliato l’acquisto delle
azioni e ha alzato il target price da 19 a 25,4 euro.
Sulla società arriva anche la questione Alitalia: secondo
indiscrezioni di stampa Atlantia potrebbe essere coinvolta nel
salvataggio,
ma dal gruppo fanno sapere di non avere interesse a investire in una
compagnia aerea. In recupero i titoli del lusso, penalizzati
ieri dai margini deludenti di Prada e l’outlook sull’intero anno. In
recupero anche Stmicroelectronics, in linea con il comparto tecnologico in Europa, in rialzo i titoli energetici.
Accelerata Poste Italiane dopo i conti, dividendo +5%
Il titolo di Poste Italiane,
già in aumento nelle ore precedenti, accelera a Piazza Affari dopo la
pubblicazione dei conti. Ricavi di Gruppo pari a 10,864
miliardi nel 2018 (+2,2% rispetto al 2017), risultato operativo in
rialzo a 1,499 miliardi (+33,5% rispetto al 2017) e utile
netto pari a 1,399 miliardi per il 2018 (+709 milioni rispetto al
2017). Sono questi i principali risultati conseguiti dal
gruppo Poste Italiane nel 2018. In ragione di questa performance, il
cda, che ha approvato oggi i conti 2018, ha deliberato
di proporre alla prossima assemblea la distribuzione di un dividendo
pari a 0,441 euro ad azione, in aumento del 5% rispetto
al 2017. Per il 2019 la società stima un utile netto pari a 1,1
miliardi e ricavi per 11 miliardi «che si riflettono sull’utile
operativo e sull’utile netto grazie all’attenzione ai costi e alla
bassa leva finanziaria». Confermata la politica dei dividendi,
con un aumento del 5% del dividendo per azione rispetto al 2018.
Fuori dal Ftse Mib rally per Monrif, giù Poligrafici Printing
Tra
i titoli a minore capitalizzazione, protagonista Monrif (+23,27%) e le
controllate Poligrafici Printing (-8,65%) e Poligrafici
Editoriale (+1,38%): tutte hanno chiuso il 2018 in attivo (ieri i
conti di Printing, oggi quelli delle altre due), ma per
Poligrafici Printing c’è delusione per il calo di ricavi e Mol. Tra
le migliori il gruppo chimico tedesco K+s (+16,16%) e
la società dell’e-commerce Chl (+9,09%), che ha comunicato che le
disponibilità liquide del gruppo non dovrebbero esaurirsi
prima del 15 luglio grazie ai versamenti per cassa per oltre 478.000
euro arrivati oggi. Debole Rcs (-4,22%), colpita dalle
vendite dopo avere toccato ieri i massimi da 5 anni grazie al ritorno
della cedola dopo dieci anni, annunciato insieme ai
conti 2018, che hanno messo in luce un rialzo dell’utile del 20%.
In Europa bene Iliad, corrono le auto, banche deboli
Le
Borse europee hanno chiuso in rialzo, con buoni aumenti in tutti i
comparti, ma sostenute in particolare dai titoli retail
(+1,34% l’Euro Stoxx 600 di settore), industriali (+1,2%) e auto
(+2,41%). Bene Iliad, che ha chiuso in positivo una giornata
volatile (+2,9% a Parigi), dopo i conti del 2018: il gruppo ha
riportato un utile netto di 330 milioni di euro, in flessione
del 18,5%, per il 2018, un Ebitda consolidato di 1,8 miliardi (-1,2%)
e un fatturato di 4,89 miliardi (+0,6%), sostenuto dall’Italia
e in flessione in Francia.
Sono però i maggiori titoli delle
quattro ruote a tenere banco: Peugeot e Renault hanno guadagnato
rispettivamente il 2,74%
e il 2,19% a Parigi, Fca come detto ha guadagnato il 5,01% a Milano, e
a Francoforte Bmw è salita del 2,09%, Daimler del 3,44%
e Volkswagen dell’1,72%. I realizzi colpiscono i titoli del comparto
bancario dopo il rally della vigilia. A Francoforte vendite
su Deutsche Bank (-1,45%) e Commerzbank (-3,28%), in attesa di
dettagli sulle possibili nozze. Anche sulle altre piazze europee
per i bancari la seduta è stata fiacca con Credit Agricole e Societe
Generale attorno alla parità a Parigi, Royal Bank of
Scotland in crescita dello 0,5% a Londra, Bankia in rialzo dello
0,12% a Madrid.
BTp, spread con Bund chiude lieve rialzo
Chiusura in rialzo per lo spread tra BTp e Bund sul mercato secondario telematico dei titoli di Stato. Il differenziale di rendimento tra il BTp decennale benchmark (Isin
IT0005340929) e il pari scadenza tedesco ha terminato a 238 punti base, in aumento di 4 punti base rispetto ai 234 punti del
finale di ieri. Risale anche il rendimento del BTp benchmark decennale indicato in chiusura al 2,49% dal 2,42% del closing
ieri, ai minimi da maggio 2018. Sul fronte aste, l’Italia ha annunciato per domani un’asta di concambio che vedrà offrire
fino a 2 miliardi di euro di BTp 2030 in cambio di 5 titoli con scadenza tra il 2020 e 2024.
Sterlina in calo ma senza drammi dopo lo stop al voto
Ieri
lo Speaker della Camera ha affermato che l’accordo May con l’Ue non
potrà essere nuovamente votato in Parlamento, se
non con modifiche considerate «sostanziali». A questo punto, in
assenza di un nuovo piano modificato in maniera sostanziale,
May dovrebbe richiedere direttamente all’Ue un’estensione lunga,
secondo gli analisti di Mps Capital Services. Secondo Michael
Hewson di Cmc Markets questa mossa «ha reso molto meno probabile che
i leader dell’Ue concederanno un’estensione di breve
durata quando si incontreranno più tardi questa settimana. Ciò è
dovuto al fatto che qualsiasi estensione a breve termine
dovrebbe essere basata sulla possibilità di ottenere finalmente
l’accordo tra primi ministri su tutta la linea». Le uniche
due opzioni ora nelle mani del parlamento britannico sono «o uno
scenario senza accordo o una decisione di revoca dell’articolo
50, ribaltando così il risultato del referendum del giugno 2016». La
sterlina ha evitato il crollo ma si conferma debole anche oggi, mentre l’attesa per una Fed ancora accomodante sta portando a un
lento, ma progressivo rialzo dell’euro/dollaro tornato a 1,1350.
Brent supera i 68 dollari al barile sui massimi dell’anno
Il prezzo del petrolio continua a mantenersi tonico e supera i 68 dollari al barile sui massimi dell’anno in termini di Brent, sostenuto dai tagli
dell’offerta Opec e dalle difficoltà in Venezuela. Tuttavia, sottolineano gli analisti di Mps Capital Services, l’elevata
produzione statunitense sta impedendo per ora un rialzo più incisivo delle quotazioni. Sul tema Iran il segretario generale
dell’Opec, Barkindo, ha dichiarato che le sanzioni Usa non potranno azzerare completamente le esportazioni iraniane, sebbene
la produzione del paese sia tornata ai livelli delle precedenti sanzioni del 2013, passando da 3,8 milioni di barili a 2,6
milioni di barili al giorno.
In Usa ordini alle fabbriche in rialzo
Gli ordini alle
fabbriche statunitensi sono saliti a gennaio, come previsto dagli
analisti. Secondo quanto reso noto dal Dipartimento
del Commercio, il dato è cresciuto dello 0,1% sul mese precedente; il
dato di dicembre, pari a un +0,1%, è stato confermato.
Esclusi i trasporti, il dato è sceso dello 0,2% sul mese precedente; è
stato il terzo mese di fila in ribasso. Esclusa la
difesa, un’altra categoria volatile, il dato ha registrato un rialzo
dello 0,2%.
(Il Sole 24 Ore Radiocor)
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