Copyright, oggi voto finale del Parlamento Ue su riforma

Cosa prevede la riforma – La direttiva mira a sottoporre i giganti di internet (Youtube, Facebook, Google, Dailymotion, etc.) al pagamento dei diritti d’autore per i contenuti (soprattutto video e musicali, ma anche articoli giornalistici) diffusi sulle loro piattaforme, come fanno già le società digitali di distribuzione come Spotify e Deezer.

Finora, approfittando della poca chiarezza delle normative in vigore, le grandi piattaforme digitali hanno incamerato il valore aggiunto dai creatori di contenuti senza remunerarli. Questo perché potevano affermare di non essere distributori di contenuti, ma solo intermediari che ospitano lo scambio di contenuti fra gli utenti. La direttiva non lo permetterà più.

La protesta di Wikipedia – E mentre si susseguono gli appelli agli europarlamentari ad approvare la direttiva, Wikipedia lunedì ha oscurato la sua pagina italiana in vista del voto e le sue voci rimandavano a un banner informativo sulla riforma. Secondo Wikipedia la comunità “si è schierata nuovamente a favore di un’azione forte di protesta, volta a far sapere al maggior numero possibile di cittadini come la nuova direttiva potrà influire negativamente sulla libertà di espressione e la partecipazione online”.

La risposta degli editori – Un’iniziativa che lascia perplesso il presidente degli editori di giornali europei dell’Enpa, Carlo Perrone, convinto che “come tutte le altre enciclopedie online Wikipedia non sia assolutamente toccata” dalla riforma. Secondo Perrone “non ci sarà nessuna tassa per il consumatore, nessun vincolo particolare per i navigatori su internet” che “potranno continuare a fare dei link e condividere quello che hanno finora condiviso”. Quello sul copyright sarà un voto “storico per l’Europa – ha aggiunto – che mira a difendere la “creatività e l’anima dell’Europa”.

TGCOM

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