Draghi sferza le banche europee: i tassi saliranno ma basta con le lamentele, dovete innovare
ALESSANDRO BARBERA INVIATO A FRANCOFORTE
Manca poco. «Stiamo valutando come mitigare l’effetto dei tassi di interesse negativi sulle banche europee». Lentamente, in maniera quasi impercettibile, e nonostante un’economia che non brilla, a Francoforte il cambio di rotta è in atto. Prima lo stop al piano straordinario di acquisto titoli, ora è il momento dei rendimenti. La pressione del sistema bancario di tutto il continente nei confronti dei rispettivi Paesi si fa sempre più forte. I tassi zero son un grande regalo per chi firma un contratto di mutuo, una iattura per chi sta dall’altra parte del tavolo. Quelli principali resteranno a zero almeno per tutto quest’anno, e Draghi oggi nella conferenza stampa mensile l’ha confermato. Ma da qualche parte occorre iniziare, e dunque la richiesta è di alzare intanto i tassi (tuttora negativi) sui depositi bancari. Per spiegarla chiaramente: se un istituto vuole parcheggiare l’eccesso di liquidità presso la Banca centrale europea è costretto a pagare lo 0,4 per cento. E poiché di liquidità in eccesso ce ne è parecchia, per le banche è un costo insostenibile.
Secondo quel che si vocifera a Francoforte la decisione sarà presa nel prossimo consiglio direttivo, il 6 giugno. I tecnici stanno ancora studiando il meccanismo da introdurre. La Bce imiterà il sistema in vigore in Giappone: fino a un certo ammontare si paga zero, oltre un certo ammontare il costo sale. Un modo per dare un po’ di respiro alle banche, spingendo però perché continuino a offrire denaro al più basso costo possibile a imprese e famiglie. “Non è semplice stabilire gli ammontari corretti”, spiega uno di loro sotto la garanzia dell’anonimato.
Pages: 1 2