Il tormentone dei cantieri che nessuno sa sbloccare
Negli ultimi anni, quelli che vanno dal 2015 al 2018, si è creato un divario tra gli investimenti annunciati e quelli effettivamente realizzati di 12 miliardi ed era proprio la chiusura di questo gap la motivazione a monte dello Sblocca cantieri. Ma nel 2019 il copione si ripeterà e il +5,2% di investimenti sbandierato dal governo è condannato a restare un numero scritto sulla sabbia e nulla più. Come non bastasse, il flop del provvedimento rischia di assomigliare a una doccia gelata sul nuovo dialogo apertosi tra la Confindustria e il vicepremier Luigi Di Maio sulle misure pro crescita. Non è un caso, infatti, che il quotidiano degli industriali, Il Sole 24 Ore, alla vigilia delle audizioni al Senato parli di «rischio caos» e di sei mesi di ulteriori rinvii. Vedremo cosa accadrà durante l’iter parlamentare: il timore è che parta il pressing della Lega, che per supportare l’azione dei suoi sindaci riproponga il criterio del massimo ribasso nelle gare. Un’opzione che era contenuta nelle prime versioni e che — almeno quella — era stata depennata.
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