Il neo salva-Roma salva tutti, ma addio al taglio dell’Irpef
di Lorenzo De Cicco
ROMA Il patto tra M5S e Lega scaccia dal Campidoglio il rischio crac, ma per i romani le buone notizie finiscono qui: con la trasformazione del Salva-Roma in Salva-tutti, si sgretola il piano del Comune di Roma di ridurre l’addizionale Irpef più alta d’Italia, l’imposta maggiorata dello 0,4% da quasi dieci anni proprio per finanziare il ripianamento dei vecchi debiti dell’Urbe, quelli contratti fino al 2008. La sindaca Virginia Raggi, dopo settimane di attesa per le trattative (spinose) tra stellati e Carroccio, può tirare un sospiro di sollievo: lo spettro della bancarotta sulla Capitale non aleggia più. «Tanto rumore per nulla – ha potuto dichiarare Raggi ieri pomeriggio, appena Lega e 5 Stelle hanno presentato l’emendamento al decreto Crescita sull’Urbe, in Commissione Bilancio alla Camera – Lo avevamo chiesto mesi fa; poi sono arrivate le elezioni e si è persa la ragione. Abbiamo finalmente tagliato gli interessi alle banche. L’importante è che ora Roma e l’Italia avranno 2 miliardi e mezzo di debito in meno». In realtà c’è una differenza sostanziale tra la prima e la seconda versione del provvedimento: ora i risparmi che otterrà lo Stato rinegoziando gli interessi dei mutui di Roma non aiuteranno più la Capitale, ma gli altri comuni in difficoltà finanziarie.
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