Salvini-Di Maio, stretta di mano contro Conte
Manca un quarto d’ora a mezzanotte. Le scorte, sigarette in bocca, buttano i mozziconi a terra e si precipitano dentro, verso le auto. Nel cortile di Palazzo Chigi si materializzano Luigi Di Maio e Matteo Salvini. Il primo con la giacca che sembra cucita addosso, anche nell’afa tropicale di Roma, il secondo in camicia bianca. Camminano l’uno accanto all’altro, si fermano, parlottano, si stringono la mano. È la sceneggiatura di un film studiato bene. Perché mai i due vicepremier avevano dato vita a simili siparietti nell’unico punto della sede della presidenza del Consiglio ben visibile a fotografi e operatori. Una pellicola che si completa qualche secondo dopo, quando svaniti dall’inquadratura i due si materializza, solo, Giuseppe Conte, che se ne va.
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