Salvini propone di tassare le cassette di sicurezza
Non mancano dunque le diffidenze in casa del Carroccio, ma Salvini ha dato una sostanziale delega a Conte. Non una delega in bianco, tuttavia ha confermato la sua fiducia al premier a condizione che non ci venga imposta alcuna umiliazione, appunto, e che la riduzione delle tasse sia il cuore della prossima legge di Bilancio. «Perchè il debito può essere tagliato veramente se riparte l’economia, cresce il Pil – precisa il ministro dell’Interno – e l’unico modo è ridurre la pressione fiscale». Non sarà questo il tema che si dovrà affrontare nei prossimi giorni con questa Commissione Ue: se ne parlerà in autunno con la nuova. Oggi il problema è con quanti miliardi il governo italiano arriverà a Bruxelles per evitare la procedura per debito eccessivo che si abbatterebbe per la prima volta sull’Italia. «Se parte questa proceduta avremmo le mani legate. Tutti i futuri risparmi – ha spiegato Conte al vertice – dovrebbero andare alla riduzione del debito. Sarebbe un disastro, non potremmo fare più nulla di buono. Io una cosa del genere non intendo intestarmela. Quindi cerchiamo di essere concreti e mettiamoci a lavorare». Oggi infatti, sempre a Palazzo Chigi Conte riunisce i due suoi vice insieme al ministro Tria, i tecnici del Mef e gli esperti economici della Lega e del Movimento 5 Stelle.
Chissà se Salvini proporrà quello che ha tirato fuori ieri sera a Porta a Porta. «In Italia ci sono decine, forse centinaia di miliardi fermi nelle cassette di sicurezza. Noi possiamo rimetterli in circuito. Posso farmi pagare un’imposta, se sono soldi frutto di guadagni lecitamente ottenuti, e consentire di usarli nuovamente? Sono soldi nascosti – ha spiegato Salvini – ma l’Italia è piena di soldi tenuti sotto il materasso». È una sorta di patrimoniale. Una proposta estemporanea rispetto alla continuità dell’alleanza gialloverde alla quale Salvini tiene. Non vede un’altra maggioranza in questo Parlamento. Niente centrodestra, niente «governo Topolino» con il sostegno di transfughi. In caso di crisi si andrebbe ad elezioni. «Io premier? Ho il braccialetto del Milan, quello della Madonna di Fatima e quello di Salvini premier, ma sarà la prossima volta. Non ho fretta».
C’è fretta invece sull’Europa. È cominciato il conto alla rovescia per evitare la procedura d’infrazione. Salvini è fiducioso? «Siamo fiduciosi», è stata la risposta sibillina del ministro dell’Interno che vuole al più presto il ministero per gli Affari europei.
I nomi sono due, il viceministro agli Esteri Guglielmo Picchi in pole position e il presidente della Commissione Finanze del Senato Alberto Bagnai sul quale però pesano le sue antiche tesi anti-euro. Cresce invece la candidatura di Giorgetti come commissario Ue. Ma per piazzare a Bruxelles il pezzo da novanta della Lega e ottenere per lui un portafoglio economico, il governo italiano dovrà essere molto disponibile a tagliare il debito.
LA STAMPA
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