Autonomia, Fontana e Zaia rispondono a Conte: “Feriti dalle sue esternazioni, noi non vogliamo la secessione”
Nessuno di noi vuole aggredire l’unità nazionale, nessuno vuole secessioni. Lei sa bene quanti e quali ministri si sono impegnati in questa irresponsabile gara a spararla più grossa”.
“L’autonomia fa bene anche al Sud” – Zaia e Fontana sottolineano quindi che “l’autonomia fa bene anche al Sud, a quella foresta di cittadini che cresce a vista d’occhio, che vorrebbe responsabilità ed efficienza ma non ha voce. Anzi, nella battaglia di chi combatte a suon di bugie contro l’autonomia c’è proprio l’evidente tentativo di mettere il coperchio a questa pentola di cittadini onesti che ribolle di sdegno, stanchi come sono di dover emigrare per curarsi, per studiare all’Università, per trovare un lavoro”.
“Per questo – spiegano – ci sentiamo tutti profondamente feriti quando leggiamo le sue esternazioni. Restiamo aperti al dialogo e siamo pronti a cambiare opinione se il testo delle intese sarà capace di rispondere alle esigenze della vita vera che abbiamo provato a descrivere”.
“Chiediamo di poter spendere le nostre risorse” – I due presidenti di Regione chiariscono poi che “la Costituzione permette di realizzare un’autonomia ‘differenziata’ proprio perché riconosce le diversità che ci sono fra diverse zone del Paese. E noi riconosciamo la necessità di avere fondi perequativi garantiti dallo Stato per mantenere ovunque livelli essenziali delle diverse prestazioni. Chiediamo solo di poter spendere in autonomia le risorse a noi assegnate”.
Nella lettera precisano inoltre: “Da sempre ci facciamo carico delle esigenze dell’intero Paese e ora chiediamo che il Paese si faccia carico delle nostre. Le nostre Regioni sono in equilibrio finanziario nel comparto della sanità e chiedono che sia possibile assumere subito i medici che servono. I nostri studenti ogni anno assistono alla sarabanda degli insegnanti. Con l’autonomia chiediamo di avere la possibilità vera di poter programmare senza cambiare i programmi di insegnamento”.
Salvini: “Non accetteremo un no” – Sulla questione è intervenuto anche il leader della Lega, il vicepremier Matteo Salvini: “Io voglio unire questo Paese e per governare bisogna passare dalle autonomie. Non accettiamo un no come sta invece succedendo, il governo passa dalle autonomie”.
Conte replica: “Toni cambiati” – Il premier Giuseppe Conte, da parte sua, ha fatto sapere di aver preso atto della lettera dei due governatori e, soprattutto, di aver registrato un c”ambio di toni che prelude a una corretta interlocuzione istituzionale”.
Toti: “Governo ascolti le Regioni” – Anche il governatore della Liguria, Giovanni Toti, si è rivolto al premier per chiedere “a nome del nord, a cui lei oggi parla, che vengano considerate le istanze delle Regioni sull’Autonomia, comprese quelle della Liguria, frutto di studi approfonditi di cui si discute da anni e che porteranno crescita e sviluppo per tutto il paese”. Il governatore ligure fa una raccomandazione a Conte: “Caro presidente, non condanni all’isolamento il Nord con i no del movimento Cinquestelle, quelli sì che sono a esclusivo uso politico e mediatico! Le preoccupazioni dei governatori di Lombardia e Veneto e dei loro abitanti sono legittime e noi come Regione Liguria ci uniamo a loro perché temiamo la decrescita infelice a cui le politiche del movimento Cinquestelle ci stanno condannando”.
Riunioni ristrette martedì a Palazzo Chigi – Sull’autonomia ci saranno martedì pomeriggio due incontri, forse decisivi, a Palazzo Chigi. Conte avrà una prima riunione ristretta per fare il punto sui beni culturali e le soprintendenze con il ministro della Cultura Alberto Bonisoli e il ministro per gli Affari regionali Erika Stefani; il secondo confronto sarà sulle risorse economiche: ci saranno, oltre a Conte e alla Stefani, i tecnici del ministero dell’Economia.
TGCOM
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