I magistrati sì, i poliziotti no. Ecco la follia sul porto d’armi
Ecco allora che emergono tutti i paradossi della legislazione italiana. Dopo gli attentati sulla Rambla a Barcellona, l’ex ministro Minniti invitò le forze dell’ordine a girare armati anche fuori servizio. Il problema, fecero notare i sindacati di categoria, è che portarsi una 9 millimetri sul bus o in metro non è cosa semplice. E il rischio è di scatenare il panico e di maneggiarla con difficoltà. “Io di solito la porto con me – spiega Andrea Cecchini, segretario di Italia Celere – ma d’estate è complicato. Nasconderla è difficile e poi hai sempre la paura che possano rubartela, sparare a caso o chissà cos’altro”.
In molti da tempo chiedono che ai poliziotti venga concesso l’utilizzo di un’arma più piccola e facilmente maneggevole. Il ministero non può comprarle per tutti? Passi pure la scusa. Ma il fatto è che non possono neppure comprarsene una personale. Il motivo? Proprio quel regio decreto di mussoliniana memoria.
La legge dice infatti che gli agenti di P.S. (carabinieri e poliziotti operativi) possono portare “senza licenza” solo “le armi di cui sono muniti”. Ovvero la pistola d’ordinanza. In teoria potrebbero farlo “solo durante il servizio o per recarsi al luogo ove esercitano le proprie mansioni”, ma come visto questo punto è stato superato dalla circolare di Minniti contro il terrorismo. Resta il problema della misura: i poliziotti possono circolare solo con la Beretta 92 FS data loro dallo Stato. Non un’altra. Capite l’assurdità? “Questa norma – spiega Cecchini – vale per l’85% dei tutori dell’ordine, che sono agenti di pubblica sicurezza”. Il restante 15% è fatto dagli ufficiali di P.S., ovvero forze dell’ordine con gradi e responsabilità più alte. Solo loro hanno diritto di “portare senza licenza” qualsiasi tipo di arma e quindi possono tranquillamente comprarsene una più maneggevole.
“Da tempo – spiega Cecchini – chiediamo ai governi di modificare la legge per permettere a tutti gli operatori della sicurezza (e non solo gli ufficiali) di circolare con le pistole senza licenza. In questo modo ce ne compreremmo una più piccola e potremmo nasconderla quando siamo in borghese o in abiti civili”. Il paradosso è che spesso ci sono “istruttori che insegnano a sparare ai Cis, al Cnos e ai reparti operativi, ma poi non hanno il diritto di circolare armati”.
Un modo, in realtà, esisterebbe. Secondo le norme, i prefetti possono concedere il porto d’armi per rivoltelle e pistole “in caso di dimostrato bisogno”. “Il problema è che non viene quasi mai rilasciato ai poliziotti, perché deve essere giustificata la necessità per la difesa personale”. E un agente già equipaggiato con la 9 millimetri non rientra quasi mai nella categoria.
L’ultimo (assurdo tassello) riguarda i magistrati. Il regio decreto, infatti, permette di circolare armati senza licenza anche al capo della polizia, ai prefetti, agli ispettori provinciali amministrativi (?), ai pretori e ai “magistrati addetti al Pubblico ministero o all’ufficio di istruzione”. Cecchini è lapidario: “Non capiamo perché un pm, senza corsi specifici né prove psico attitudinali, possa comprarsi una pistola e noi che passiamo metà della nostra vita sul campo, invece no”. Come dargli torto?
IL GIORNALE
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