Dl Sicurezza bis, maggioranza alla conta
È partita una settimana politicamente assai complicata per la tenuta della maggioranza. Sotto i riflettori in Aula al Senato c’è il decreto legge 53/2019 meglio noto come “Sicurezza-bis”, priorità assoluta della Lega ma fortemente osteggiato dai 5 Stelle. Nel primo pomeriggio, il ministro per i Rapporti con il Parlamento Riccardo Fraccaro ha posto la questione di fiducia su richiesta del governo, richiesta accompagnata da applausi di scherno e grida «vergogna» provenienti dai banchi dem. Secondo quanto stabilito dalla capigruppo a Palazzo Madama la prima chiama sul voto di fiducia è prevista alle 19:30.
Dl in Aula senza relatore
«Ancora
una volta questo governo umilia il ruolo del Parlamento, ci costringe a
ratificare un decreto senza poterlo realmente discutere: testo blindato,
emendamenti ignorati, il compito dei senatori si limiterà a timbrare,
qualcuno felice e altri meno, il volere dei capi, anzi del Capitano. Un
passo alla volta state trasformando il tempio della democrazia in
quell’aula sorda e grigia, in quel bivacco di manipoli evocato in un
periodo di cui alcuni, anche qui dentro, provano nostalgia», dichiara
Pietro Grasso (Pd) nella discussione. Il Dl era approdato in Aula
(deserta) per l’inizio della discussione generale in seconda lettura
senza il mandato al relatore, come deciso dalla commissione Affari
costituzionali che non ha potuto votare gli oltre 1.200 emendamenti sul
tavolo in mancanza del parere della commissione Bilancio. Anche a causa
della pausa estiva dei lavori parlamentari i tempi per la conversione
del provvedimento (scade a Ferragosto), sono assai stretti. E la tenuta
della maggioranza è a rischio, perché la conta ruoterà sulle scelte di
cinque (o più) senatori pentastellati dissidenti, contrari al decreto
sponsorizzato da Matteo Salvini.
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Pregiudiziali respinte. Pd: nata nuova maggioranza
In precedenza, in attesa della richiesta del voto di fiducia da parte
del Governo, l’Assemblea ha respinto le questioni pregiudiziali al
decreto legge con 217 contrari, 53 favorevoli e 2 astenuti.Il risultato,
secondo il Pd, «certifica la nascita di una nuova maggioranza. Con Lega
e 5s, contro la nostra pregiudiziale, hanno infatti votato i senatori
di FdI e di FI. Il Pd è ormai l’unica opposizione al governo presente in
Parlamento».
Maggioranza sul filo
La
maggioranza sulla carta può contare su 167 senatori (difficile però che
Umberto Bossi possa esserci). Se il decreto “Sicurezza-bis” fosse
bocciato, ipotesi i comunque remota, si aprirebbe la crisi. Ma il tema
della maggioranza inesistente potrebbe essere posto anche da Salvini o
dalle opposizioni se nel voto di fiducia i favorevoli risultassero sotto
quota 161 della maggioranza assoluta. Occhi puntati dunque sui banchi
pentastellati: oltre a Elena Fattori, che potrebbe votare no, potrebbero
uscire dall’Aula Virginia La Mura, Lello Ciampolillo, Matteo Mantero,
Alberto Airola, Pietro Lorefice, Mattia Crucioli. In più, ad aiutare dovrebbe arrivare l’uscita dall’Aula di cinque o sei senatori “totiani” ma potrebbe esserci anche alcune assenze “amiche”, per abbassare il quorum.
- in commissione a palazzo madamaSenato, tenuta della maggioranza alla prova del decreto sicurezza bisdi An.Ga.
- GRANDI Mozioni Tav: ecco i numeri in parlamentodi Andrea Gagliardi e Andrea Marini
Tav, Salvini; chi dice no mette a rischio il governo
Da parte sua il ministro dell’Interno, che non si fida della capacità di tenuta del gruppo pentastellato, mette in mora l’alleato anche sull’altro tema caldo della settimana: la mozione M5S contro la Tav al voto mercoledì, sempre a Palazzo Madama. «Chi dice no alla Tav mette a rischio il governo», ha chiarito ieri a un comizio in provincia di Lecco riferendosi all’esame delle tre mozioni sulla Tav (oltre a quella 5S, le due di segno opposto firmate da Pd Forza Italia) e in calendario tra il 6 e il 7 agosto. «Sono stufo degli attacchi di quelli che dovrebbero essere alleati», ha aggiunto. «Di Battista, Di Maio, Grillo, Toninelli: o tutti fanno il loro lavoro o la pazienza finisce».
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