Sergio Mattarella è all’angolo, ora si inventa un governo balneare: chi farà il premier e quando si voterà

Il governo gialloverde è una novità su tutto anche sulla possibile fine della legislatura che potrebbe generare. Una crisi di governo in piena estate non si era mai vista e, soprattutto, in autunno in Italia non si vota dal 1919.  Nulla, in teoria, osta a elezioni politiche anticipate in qualsiasi data, a dover decidere le sorti dell’esecutivo sono solo la Lega (forte dei consensi e ormai primo partito) e il Capo dello Stato, colui che deve indire nuovi comizi elettorali, una volta verificata l’impossibilità di far nascere un nuovo governo. Tentativo – riferisce Il Giorno – che il Colle compirà comunque, anche se è molto probabile non vada in porto.

Una crisi di governo si può innescare per via parlamentare (il governo viene battuto in Aula, come è successo al I e al II governo Prodi) con un partito di maggioranza che lo sfiducia, o per via extraparlamentare, come è quasi sempre accaduto, nella storia della Repubblica. In entrambi i casi, il presidente del Consiglio ne prende atto e sale al Colle per rassegnare le dimissioni. Solo nel secondo caso, può chiedere di verificare se gode ancora della fiducia delle Camere: è la cosiddetta ‘parlamentarizzazione’ della crisi. Conte potrebbe dunque chiedere a Mattarella di seguire questa via. Il governo però potrebbe ‘salvarsi’ con un mini-rimpasto di governo (via Toninelli, via Trenta e via Tria, proprio come vuole Salvini), senza neanche passare per le Camere, o con un rimpasto vero e proprio (due o più ministri che cambiano), ma qui scatterebbe la richiesta di Mattarella, a Conte, di formalizzare il rimpasto con un passaggio alle Camere per verificare se gode ancora della loro fiducia.

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