Per conto di D’Io
di Massimo Gramellini
Più che una crisi di governo, è
una crisi mistica. La Trinità al centro dell’inquadratura: Conte,
Salvini e Di Maio. Padre, Figlio e Spirito Stanco. La presidente del
Senato in viola quaresima. Salvini che si ingobbisce sulla sedia per
sbaciucchiare il rosario come una beghina. Renzi, l’ego della bilancia,
che legge un passo del vangelo «ovviamente secondo Matteo». Salvini, in
attesa delle stimmate, che cita papa Wojtyła e raccomanda l’Italia al
cuore immacolato di Maria. Toninelli concentrato al punto da sembrare
illuminato, o fulminato. C’è persino un miracolo, la resurrezione di
Scilipoti. Bisogna riconoscerlo: in quasi mezzo secolo di potere la DC,
che pure si chiamava Cristiana, non arrivò mai a tanto. Scalfaro aveva
la spilla dell’Azione Cattolica all’occhiello, ma non la brandiva di
continuo. Quanto a De Gasperi, si limitava ad andare a messa con
Andreotti. Uno parlava con Dio e l’altro col prete, scrisse una volta
Montanelli. Sì, ma a me il prete rispondeva, chiosò Andreotti, e la
questione fini lì.
Video:Conte critica Salvini su uso simboli religiosi, lui alza gli occhi al cielo e bacia il rosario
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