Crisi di governo, Conte sblocca stallo M5S-Pd: «Di Maio non ha chiesto il Viminale». Resta il nodo vicepremier

Ore 16.00 – Al via il secondo giro di consultazioni

Con l’arrivo della presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, ha preso il via al Quirinale il secondo giro di consultazioni del Capo dello Stato Mattarella, per la formazione di un nuovo Governo. Dopo Casellati, è il turno del presidente della Camera, Roberto Fico, seguito dalla delegazione del gruppo misto del Senato e del gruppo misto della Camera. Domani le consultazioni inizieranno alle 10 con il gruppo parlamentare per le autonomie del Senato, a seguire il gruppo LeU della Camera (10,30) e Fratelli d’Italia (ore 11). Nel pomeriggio il Presidente Mattarella ricevera’ il Pd alle 16, Forza Italia alle 17, la Lega alle 18 e il M5S alle 19.

Ore 16.11 – Fonti M5S: «Bene apertura del Pd su Conte»

«Bene la chiarezza fatta dalla presidenza del Consiglio circa le false indiscrezioni trapelate nelle ultime ore. Al contempo, accogliamo positivamente le parole di apertura di alcuni autorevoli esponenti del Partito Democratico sul ruolo del presidente Conte. Sì a un dialogo sul programma e sui temi. Il M5S vuole innanzitutto parlare di soluzioni per il Paese, in una fase che consideriamo delicatissima a seguito dell’apertura di una crisi che ci vede estranei a ogni responsabilità». Così in una nota il Movimento 5Stelle.

Ore 15.54 – Marcucci: «Sono ottimista»

«Sono ottimista, ci sono passi avanti». Lo ha detto il capogruppo del Pd in Senato, Andrea Marcucci, arrivando al Nazareno, in merito all’accordo con il M5S per la formazione di un nuovo governo.

Ore 15.35 – La trattativa riparte

Secondo il Pd è stato uno degli ostacoli sui quali si è incagliata la trattativa. Ora questo ingombro, se mai c’è stato, viene ufficialmente rimosso, non solo dal diretto interessato, Di Maio, ma anche da Palazzo Chigi. Entrambi, infatti, smentiscono che il vicepremier del governo uscente ambisca al Viminale. In realtà, Di Maio smentisce di averlo mai chiesto. Già questa mattina aveva fatto sapere di non avere mai avanzato questa richiesta, aggiungendo la formula di prassi, un po’ trita, che ai 5 Stelle interessano «i temi». Ma è di pochi minuti fa la dichiarazione affidata a fonti vicine a Palazzo Chigi che spiega: «In presenza del presidente Conte non è mai stata avanzata la richiesta del Viminale per Luigi Di Maio, né dal Movimento 5 Stelle né da Di Maio stesso». Un modo per spazzare via l’ostacolo e contemporaneamente per dimostrare vicinanza a Di Maio. Per il quale, sempre secondo quanto si diceva in questo ore, resta in piedi la richiesta di entrare al governo. Il Pd ha già fatto sapere di non avere obiezioni alla presenza del leader politico dei 5 Stelle nell’esecutivo, ma il nodo è il posto. Di Maio ambirebbe a diventare vicepremier. Ma il Pd, considerando Conte non più un premier terzo ma in quota 5 Stelle, rivendica per sé la carica di vice. Comunque sia, la trattativa riparte e ha le ore contate. Le consultazioni sono al via e il presidente della Repubblica Mattarella si aspetta una condivisione di temi e persone nel più breve termine possibile (Alessandro Trocino).


Ore 14.53 – Romeo: «La Lega c’è e ci sarà»

Alla polemica di Di Battista ha risposto Massimiliano Romeo, capogruppo della Lega al Senato: «Taglio dei parlamentari, revoca delle concessioni autostradali a chi è inadempiente, riforma dello sport (già approvata) e contrasto a lobby e poteri occulti, da Bibbiano ai banchieri corrotti. La Lega c’era, c’è e ci sarà».

Ore 14.45 – Fonti Dem: «Attendiamo risposta entro le 16»

Secondo quanto si apprende da fonti Pd, il Nazareno avrebbe posto le ore 16 come deadline per avere una risposta da M5s sulla prosecuzione o meno del confronto per la formazione del governo. A quell’ora è convocata la cabina di regia del Partito democratico, che dovrà stabilire se e come continuare gli incontri con i pentastellati.


Ore. 14.00 – D’Uva: «La trattativa non è saltata»

«Non mi risulta che la trattativa sia saltata. Si va avanti, una cosa per volta», ha detto il capogruppo alla Camera dei Cinque Stelle, Francesco D’Uva. «Che Conte non sia il punto è un grandissimo passo avanti, un’ottima notizia», ha aggiunto.

Ore 13:35 – Delrio: «No veti, basta ambizioni personali»

«Di quale veto stiamo parlando? Non c’è alcun veto» su Giuseppe Conte. Ieri «c’è stato un incontro a Palazzo Chigi col segretario» Pd. Lo ha detto il capogruppo del Pd alla Camera, Graziano Delrio, parlando con i giornalisti nelle vicinanze della Camera. «Parliamo dei problemi del Paese – ha aggiunto – non delle ambizioni personali. Io non voglio una cosa fatta male ma seria, concreta». «Non si capisce perché si sia interrotta una serie di programmi che erano pianificati peraltro con il presidente Conte», ha concluso.

Ore 13.15 – Di Battista: «No a Benetton, Malagò e conflitti d’interesse»

«Insisto. Un grande potere contrattuale deve imporre grande coraggio sui temi. Io, da cittadino e da persona che negli anni ha dato anima e corpo al Movimento pretendo: revoca concessioni autostradali ai Benetton. Riforma dello sport togliendo potere clientelare nelle mani di Malagò; legge sul conflitto d’interesse. Io non ho sentito nessuno del Pd pronunciarsi su questo in questi giorni». Lo scrive su facebook Alessandro Di Battista.

Ore 13.00 – Salvini: «Sembra di tornare alla Prima Repubblica»

«Il dialogo è stato bruscamente interrotto non capiamo perché, speriamo di riprendere» ha commentato il capogruppo del Partito Democratico alla Camera Graziano Delrio mentre Matteo Salvini in diretta su Facebook si rivolge a Pd e M5S: «Da giorni si stanno trascinando nella contrattazione di ministeri e poltrone: fate in fretta, state perdendo giorni su giorni e non trovano accordo su ministeri, non su progetti, ma sulle poltrone. Sembra di tornare ai tempi della Prima Repubblica, ai tempi di De Mita e Fanfani». E ancora, sempre sui social, Salvini attacca: «Più che un Conte bis sarebbe un Monti bis perché porterebbe al governo gli sconfitti». Il vicepremier attacca e del premier Conte dice: «Preparava la manovra su suggerimento dei suoi amici Merkel e Macron». Poi si rivolge al Movimento 5 Stelle: «Per settimane ci hanno sfidato a votare il taglio dei parlamentari, ci sono anche per farlo domani. Ci sono, va bene, si può fare: è un segnale di serietà e di rispetto del contratto di governo e di altra promessa mantenuta. Bisogna preparare una manovra economica importante che tagli le tasse». «Comunque vada – conclude poi Salvini – io non mollo, lavoro al governo e se dovessi andare all’opposizione lavorerei ancora di più».

Ore 11.50 – «Facciamo tutti un passo indietro»

«Facciamo tutti un passo indietro. Di Maio non si assuma una responsabilità così pesante – dice il presidente dei senatori Pd Andrea Marcucci – Le sue ambizioni personali rischiano di far saltare un accordo per dare al Paese un governo nuovo. Disinnescare le clausole dell’Iva vale molto di più che salvare un incarico ministeriale». E ancora: «Il tema non è l’uno ne l’altro in un ministero. Il tema è cosa fare e farlo bene in tempi rapidi e dare risposte serie». Alle 16 prevista al Nazareno la cabina di regia del Pd per «assumere le decisioni conseguenti sulla crisi di governo» si legge in una nota.

Ore 11.20 – Pd: «Di Maio vuole il Viminale, accordo rischia di saltare per le sue ambizioni»

Dopo l’incontro del Partito Democratico al Nazareno è arrivato il rinvio della direzione del Pd: avrebbe dovuto tenersi oggi alle 18 ma è stata rinviata a mercoledì alle 10. Intanto fonti dem contrattaccano alla nota del Movimento 5 Stelle: «L’accordo di governo rischia di saltare per le ambizioni personali di Luigi Di Maio che vuole fare il Ministro dell’Interno e il Vicepremier. Su questo non sente ragioni e va avanti a colpi di ultimatum». «Di Maio non ha mai chiesto il Viminale per il M5S. Prima per noi vengono i temi» rispondono dal Movimento 5 Stelle.

Ore 10.30 – I vertici del Pd al Nazareno, annullato il vertice a Palazzo Chigi

Al Nazareno arrivano i vertici del Partito Democratico dopo il no dei 5 Stelle a un nuovo incontro senza il via libera al Conte bis. Presenti Graziano Delrio, i vice segretari Andrea Orlando e Paola De Micheli, l’ex segretario Maurizio Martina. Nessun commento sulla nota del Movimento 5 Stelle. Intorno alle 10.20 il premier uscente Conte è arrivato a Palazzo Chigi. E negli stessi minuti la conferma da parte dell’M5S dell’annullamento dell’incontro previsto per le 11.

Ore 10.00 – La nota del Movimento 5 Stelle

«Rivedremo il Pd quando nei loro organi di partito avranno dato l’ok all’incarico a Conte. Nessun altro incontro fino a quando non avranno chiarito ufficialmente la loro posizione su Giuseppe Conte» precisa in una nota il Movimento 5 Stelle. «In una fase cosi delicata per il Paese non c’è tempo da perdere. Noi stiamo lavorando intensamente per dare risposte immediate ai cittadini. E dobbiamo sbrigarci perché il tempo stringe. Nel Partito democratico, però, hanno ancora le idee confuse» scrivono dal Movimento ore dopo il doppio incontro, prima di Di Maio con il segretario Nicola Zingaretti nel pomeriggio di lunedì e poi successivamente nella notte tra delegazioni dei due partiti. «Predicano discontinuità ma ci parlano solo di incarichi e di ministeri, non si è parlato ne di temi ne di legge di bilancio. Così non va proprio bene» recita la nota. E ancora: «Così non si può lavorare. O si cambia atteggiamento o è difficile».

Ore 9.30 – Calenda: «Spettacolo indecoroso»

«Iniziano le consultazioni e noi stiamo prendendo da giorni schiaffi da Di Maio e soci – scrive Carlo Calenda su Twitter- C’è un democratico rimasto che si ribella ai diktat su Conte e a un negoziato che non ha toccato un tema vero?». E ancora, aggiunge: «Sono stato zitto come promesso fino all’inizio delle consultazioni, ma ora basta. Lo spettacolo è indecoroso».

Ore 9.00 – L’agenda della giornata

L’agenda della seconda giornata di nuove consultazioni volute dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella comincia alle 16 quando il capo dello Stato telefonerà a Giorgio Napolitano, quindi riceverà la presidente del Senato Elisabetta Casellati, e alle 17 quello della Camera Roberto Fico. Toccherà poi ai gruppi misti di Camera e Senato.

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