Legge elettorale, una direzione Pd sul ritorno al proporzionale. L’amarezza di Parisi e dell’ala ulivista dei dem


Il premier Conte lo ha annunciato nel discorso di programma su cui ha chiesto la fiducia, aggiungendo che “questa riforma dovrà essere affiancata da un percorso volto a incrementare le garanzie costituzionali e di rappresentanza democratica, anche favorendo l’accesso democratico alle formazioni minori e assicurando, nello stesso tempo, il pluralismo politico e il pluralismo territoriale”.



Il proporzionale appunto, senza il quale – spiegano ora nel Pd – il taglio così secco dei parlamentari significherebbe minore rappresentanza sia per le piccole regioni che per le forze politiche minori. Arturo Parisi, il fondatore dell’Ulivo, prende atto e si sfoga: “Già andati verso il proporzionale. Il Porcellum era una legge proporzionale con premio di maggioranza. Il Rosatellum una proporzionale con parziale correzione maggioritaria. Ora si punta alla proporzionale la più pura che si riesca a fare”.

Per il professor Parisi il punto dolente è uno e uno solo: “Quello che conta è che da 14 anni si è tornati a una logica spartitoria dentro e tra i partiti che ormai domina il paese. Solo Comuni, Regioni ricordano che ci fu un brevissimo periodo nel quale si immaginò che il tutto venisse prima delle parti. Chi mai potrà mettere mano alla soluzione della questione del debito pubblico con un assetto di questo tipo?”, è l’affondo del professore.

Conte nel suo discorso invita a un “percorso di riforma quanto più possibile condiviso qui, in sede parlamentare, del sistema elettorale”. E annuncia: “Contestualmente, il nostro obiettivo è procedere a una riforma dei requisiti di elettorato attivo e passivo per le elezioni del Senato e della Camera, nonché avviare una revisione costituzionale volta a introdurre istituti che assicurino maggiore equilibrio al sistema e contribuiscano a riavvicinare i cittadini alle istituzioni”. In nome di quell’equilibrio di checks and balances. Quindi nelle prossime settimane nel disegno di legge costituzionale che consentirà ai diciottenni di votare per i senatori e di essere votati senatori a 25 anni, come già è per la Camera, si sta studiando di introdurre la sfiducia costruttiva.

Sulla legge elettorale, tutte da discutere le soglie di sbarramento. Se non si vuole essere ostaggio dei veti di partiti e partitini –  ragionano nel Pd – la soglia di sbarramento non può essere inferiore a un 4%. Il M5Stelle è sempre stato favorevole al proporzionale, così come la sinistra Leu e Sinistra italiana.

Nicola Fratoianni commenta: “Serve una nuova legge elettorale “proporzionale” perché quella legge una volta per tutte possa avere la forza non di porsi come strumento per combattere qualcuno ma come strumento per ricostruire un’idea della democrazia, nella quale non solo dignità della rappresentanza ma anche dignità del confronto  e il recupero di una cultura della mediazione siano elementi che aiutino a mettere fine ad una stagione  in cui l’insulto, l’urlo e la prevaricazione sono diventati l’unica cifra possibile del dibattito pubblico”.

E Federico Fornaro: “Il taglio dei parlamentari propone una soggettiva distorsione della rappresentanza politica, in particolare al Senato. È indispensabile quindi una legge elettorale che ne attenui gli effetti negativi”.

REP.IT

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