Quanto pesa il «Partito di Renzi»?

di Dino Martirano

Quanto pesa il «Partito di Renzi»?

Per ora il partito di centro, liberale e riformista, che Matteo Renzi ha in mente è difficile da testare: «È come se sul mercato arrivasse un prodotto ancora senza packaging, senza marca e dal contenuto non immediatamente riconoscibile…», suggerisce Alessandra Ghisleri che, con la sua Euromedia Research, ha già effettuato un primo «carotaggio» nel terreno di una possibile scissione della squadra renziana dal Pd. Il dato, elaborato per «Porta a Porta» di Bruno Vespa, è di febbraio-marzo, quando si iniziò a parlare di una separazione in casa del Pd: «Allora misurammo il bacino di utenza degli elettori potenzialmente interessati al progetto e lo fissammo tra il 6% e l’8%, specificando anche che non tutti gli interessati avrebbero poi votato un eventuale “partito di Renzi”». Dunque — in assenza di un annuncio ufficiale, di un programma dettagliato e di un simbolo riconoscibile — anche chi maneggia con maestria gli strumenti per misurare la capacità di attrazione del «partito di Renzi» procede con la massima cautela. E attende lo «start» per mettere in moto la macchina delle rilevazioni.

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