Ora l’Europa cambi passo
di Fiorenza Sarzanini
La fotografia della barca a vela giunta due notti fa a Crotone con 58 pachistani a bordo è l’immagine più efficace per comprendere quanto sta accadendo. Perché da mesi, mentre il governo guidato da Matteo Salvini portava avanti la sua sfida contro le Ong, barchini e gommoni scaricavano sulle spiagge migliaia di stranieri disposti a tutto pur di entrare in Europa. Il loro numero è stato certamente inferiore a quello degli anni scorsi, gli arrivi non rappresentano in alcun modo un’emergenza. Però è inutile illudersi: nulla arresterà i flussi migratori. Le dimensioni del fenomeno dipenderanno dalle condizioni di vita nei Paesi di origine e soprattutto dalla possibilità di creare una situazione stabile in Libia, ma in ogni caso non si potranno fermare gli sbarchi.
Ecco perché bisogna trovare il modo di governare il fenomeno anziché subirlo. E bisogna farlo mettendo da parte gli egoismi. L’esame dei dati relativi agli ultimi anni dimostra che solo una parte di migranti approdati in Italia vuole rimanere. Gli altri hanno l’obiettivo di raggiungere quegli Stati del Vecchio continente dove già vivono i loro familiari, dove sia possibile cercare un lavoro stabile e così immaginare di potersi costruire un futuro. Nell’ultima settimana i leader europei e in particolare la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen hanno assicurato che il governo guidato da Giuseppe Conte non sarà lasciato solo, hanno parlato di una strategia comune, di un piano di interventi per «cambiare passo».
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