Scuola, salvato il decreto precari. Cattedra per 24 mila
Per scegliere i vincitori dello “straordinario” ci si affiderà ai titoli
– che periodo di supplenza si è fatto in classe – e a una prova scritta
semplificata al computer. Chi otterrà l’immissione in ruolo dovrà,
comunque, misurarsi con un periodo di prova lungo un anno, prendere i 24
crediti formativi universitari nelle “materie d’insegnamento”
(discipline antropo-psico-pedagogiche e metodologie e
tecnologie didattiche) e, al termine del percorso, dovrà essere
confermato: l’ultima prova richiesta sarà la simulazione di una lezione
valutata da un comitato della scuola (dirigente, colleghi e tutor) più una figura esterna (altra novità).
I precari che avranno ottenuto almeno “sette” allo scritto del concorso
straordinario, ma non si saranno classificati nei primi ventiquattromila
posti (e questa seconda platea si può stimare intorno ai 30-40 mila
precari) avranno accesso a loro volta a un anno di formazione che
garantirà i 24 crediti necessari: faranno una stagione da supplenti e
nel giugno del 2020 potranno partecipare a una prova ad hoc, orale e
selettiva, con valore abilitante. Se la passeranno, entreranno nelle
graduatorie di Seconda fascia (oggi sono in Terza).
Questo meccanismo complesso, che cambia l’impostazione data dal precedente accordo mai operativo,
i famosi 55 mila che potevano accedere a un percorso universitario Pas,
introduce un elemento di valutazione per tutti – precari vincitori e
idonei – per dare una minima certificazione ai docenti che andranno in
cattedra o entreranno nelle graduatorie di istituto.
Un altro elemento che il nuovo decreto introduce è quello che vuole
favorire i precari ingolfati in una graduatoria, soprattutto al Sud,
soprattutto nelle discipline umanistiche: ora potranno cercare
volontariamente, nel Paese, il loro posto di lavoro fisso. Il
Salvaprecari bis offre, sempre con decreto d’urgenza, la possibilità che
i vincitori e gli idonei dei concorsi 2016 e 2018 possano spostarsi, su
base volontaria, in un’altra provincia. Emigrare, tendenzialmente, al
Nord, se lo riterranno utile.
Ancora, terzo punto del Dl d’urgenza: parte un concorso riservato per
gli assistenti amministrativi che oggi svolgono il lavoro di dirigenti
(Dsga): se hanno tre anni di servizio ma sono sprovvisti di titolo
potranno partecipare. Oggi in questo ruolo mancano 3.500 posti.
Un’altra proroga per i Diplomati magistrali
Per quanto riguarda i Diplomati magistrali, già salvati dal concorso straordinario senza selezione, si è deciso di prorogare lo stesso Decreto dignità del precedente governo: in questo modo una sentenza del Tar, qualora arrivi ad anno in corso (per chi non avesse fatto lo “straordinario”), non toglierà subito il docente dalla cattedra ma gli consentirà di arrivare alla fine dell’anno scolastico: “Vogliamo garantire la continuità didattica”, dicono i sindacati.
Con la prossima Legge di bilancio potrebbero arrivare altri percorsi abilitanti: riguarderebbero chi ha insegnato solo nelle scuole paritarie e i dottori di ricerca, esclusi dal Salvaprecari bis. Insieme al concorso straordinario per la Terza fascia partirà, infine, anche un “bando ordinario” per aspiranti docenti delle scuole medie superiori.
Il ministro dell’Istruzione, Lorenzo Fioramonti, a fine trattativa dichiara: “Questo accordo si basa su un’intesa iniziale dell’aprile di quest’anno che il governo precedente non era stato in grado di concludere. Noi abbiamo ripreso le attività e dopo una battaglia molto ostica siamo riusciti a raggiungere un’intesa che aiuta la scuola e dà un colpo forte al dilagare del precariato e alla fine garantirà, tra concorso ordinario e straordinario, oltre 50 mila insegnanti in cattedra. I nostri studenti non devono rivivere la pesante esperienza di quest’anno in cui tante cattedre sono rimaste scoperte”.
Francesco Sinopoli, segretario Flc, i lavoratori della conoscenza della Cgil, dice: “Grande soddisfazione sull’accordo, ci sono stati passi avanti rispetto all’intesa di agosto con il precedente governo. Abbiamo ottenuto tutele e un futuro possibile per un blocco di precari che già oggi si fa carico dell’insegnamento quotidiano. Ora servono investimenti sulla scuola in Finanziaria”.
REP.IT
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