Taglio dei parlamentari al traguardo. E poi arriverà il voto ai sedicenni
La Lega e Fratelli d’Italia non si presentano in commissione, anche se Salvini fa sapere che voteranno il via libera non essendo poltronisti. Spetta al presidente della commissione, il grillino Giuseppe Brescia farsi garante, prendere in mano il dossier, scrivere al presidente della Camera Roberto Fico proponendo subito di cambiare il regolamento.
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A cascata infatti il taglio dei parlamentari si porta dietro una serie
di nodi da sciogliere e di contrappesi da trovare. Primo tra tutti: una
nuova legge elettorale. Zingaretti taglia corto e dichiara, mentre è in
corso a Montecitorio l’assemblea dei deputati dem: “Credo che andremo
verso una riforma elettorale, io combatterò contro ogni forma di
proporzionale puro, se si andrà in quella direzione serve assolutamente
uno sbarramento perché dobbiamo lavorare alla semplificazione del
campo”. Ammette che con Di Maio “non è una scampagnata ma cerchiamo un
punto di incontro”. L’assemblea a Montecitorio è calda e il Pd si
divide. Alla fine pressing per un vertice di maggioranza. A Matteo
Orfini danno del giacobino perché vuole che si decida in una settimana
sui contrappesi, anche sulla legge elettorale. Il capogruppo Delrio lo
rassicura ma non lo convince: “Le garanzie costituzionali e di modifica
dei regolamenti ci sono. Sulla legge elettorale stiamo ancora discutendo
tra noi”. In pratica nei tre mesi prima che il taglio diventi legge, si
farà. Walter Verini insiste sul maggioritario. Stefano Ceccanti media:
“No al proporzionale puro, dobbiamo scegliere un proporzionale con
soglia alta o un maggioritario a doppio turno”.
Politica
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Intanto un treno dove inserire le garanzie costituzionali i Dem lo hanno trovato. Al Senato infatti si voterà la settimana prossima la legge che rende uguale l’età degli elettori sia per i senatori che per i deputati. Basta avere 18 anni (oggi solo a 25 anni si può votare per Palazzo Madama). E per essere eletti? Anche qui si pensa a una equiparazione a 25 anni. Brescia aveva immaginato un emendamento per inserirvi il voto ai sedicenni. Però la legge è un vagone su cui stanno per salire tante riforme. Spiega il senatore dem Dario Parrini: “Vorremmo inserire la sfiducia costruttiva; la riduzione del numero dei delegati regionali per l’elezione del capo dello Stato; la modifica per l’elezione del Senato su base pluri regionale, oggi è regionale; il diritto di voto dei presidenti di Regione nelle sedute sull’autonomia a Palazzo Madama”. Urge vertice.
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