“Ora dobbiamo dare un’anima a questo Governo”. Intervista a Giuseppe Provenzano

Non è il più giovane, ma è il più a sinistra di questo governo. Ecco Giuseppe Provenzano, il ministro per il Mezzogiorno e la coesione territoriale, molto soddisfatto per la manovra: “È la più a sinistra degli ultimi anni, perché abbiamo invertito la rotta”. Assicura che l’Iva non aumenterà anche se avrebbe condiviso l’aumento su “tartufi e beni di lusso”. In questa lunga conversazione con l’HuffPost analizza le debolezze e i rischi sulla tenuta del Governo: “Non può essere il campo in cui ognuno cerca visibilità. Occorre dargli un’anima”.

Ministro Provenzano, mi pare che siamo di fronte a una manovra di transizione, in cui è molto pesante l’eredità lasciata dal precedente Governo. Condivide questa analisi?

Ma guardi, è il verso della transizione quello che conta. Lei non sarà d’accordo, ma è la manovra più a sinistra degli ultimi anni.

Infatti non sono d’accordo. Si copre l’Iva, ma c’è poco sul resto. E continuate a pagare i conti di reddito di cittadinanza e quota 100. Anche i sindacati, che pure hanno avuto grandi aperture di credito verso questo Governo, la giudicano timida.

Insisto sul tema dell’inversione di marcia, certo nelle condizioni date. Dovevamo fare 1,4 di deficit e lo portiamo al 2,2, senza sceneggiate o guerre con l’Europa, e avviamo il Green new deal. Ci avevano detto: o aumento dell’Iva o tagli sociali, non ci sono né l’uno né l’altro. Doveva esserci la Flat tax, c’è un avvio di riduzione delle tasse sul lavoro, a vantaggio dei lavoratori. Venivamo dai condoni e c’è la lotta a evasione. Si rischiava la secessione dei ricchi, ci sarà il Piano Sud. Un’ultima cosa. Legga alla voce privatizzazioni, dove negli anni scorsi si voleva far cassa svendendo patrimonio e industria pubblica. C’è “zero”.

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